TORONTO – Il governo federale è pronto a investire pesantemente per rafforzare i controlli alle frontiere, ma lo sforzo di Ottawa potrebbe non bastare. È questo l’ultimo sviluppo di una vicenda, quella dei potenziali dazi doganali voluti da Donald Trump sui prodotti canadesi, destinata a monopolizzare il dibattito politico dei prossimi mesi.
Il presidente eletto americano ha annunciato l’attivazione di queste tariffe a partire dal prossimo 20 gennaio, fino a quando Canada e Messico non saranno in grado di frenare l’immigrazione clandestina e i flussi di sostanze stupefacenti che attraversano i confini. Il governo federale sta mettendo in piedi un piano complessivo per dare una risposta concreta alle preoccupazioni sollevate dal futuro inquilino della Casa Bianca.
Stando a quanto ha rivelato una fonte governativa anonima all’Hill Times, il primo ministro Justin Trudeau avrebbe deciso di stanziare un fondo di un miliardo di dollari per l’acquisto di elicotteri e droni per migliorare il pattugliamento delle frontiere che dividono il Canada e g-li Stati Uniti.
Allo stesso tempo è nei piani del governo liberale aumentare il personale della Canada Border Services Agency, con nuove assunzioni e lo spostamento di un nutrito gruppo di personale amministrativo direttamente nelle zone calde. Basterà? Dai primi segnali che arrivano da Washignton, la nuova amministrazione americano vorrebbe di più.
David Asher, un fedelissimo di Trump e componente di quella ristretta cerchia di consiglieri del tyccon, dice che il governo canadese dovrebbe fare molto di più. Asher, in particolare, invita a non sottovalutare la crisi provocata dalle droghe sintetiche che a suo dire arriverebbero dal nostro Paese.
Per Asher è “frustrante sentire i canadesi minimizzare il ruolo del loro paese nell’epidemia di fentanyl, solo perché una minuscola percentuale di contrabbando sequestrato proviene dal Canada”. Asher sollecita nuove leggi sul racket, il riciclaggio di denaro e la condivisione dell’intelligence, per combattere le reti criminali internazionali che, a suo dire, usano il Canada come una porta di entrata secondaria per gli States.
Uno dei massimi esperti statunitensi di finanziamento criminale, Asher ha guidato una task force anti-fentanyl sotto la prima amministrazione Trump, ha occasionalmente testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti e ha scritto un memo strategico sul fentanyl che ora circola tra il team di transizione di Trump. “Il Canada dovrebbe preoccuparsi perché il fentanyl sta uccidendo molte migliaia di canadesi e centinaia di migliaia di americani. Ma inoltre, il Canada è un attore più importante nel commercio di fentanyl di quanto riconosca, ha detto, e il suo ruolo sta crescendo”. Qualche elicottero e qualche drone – è questo il suo ragionamento – non servirà a fare alcuna differenza: secondo lui servono investimenti strutturali molto più significativi.