Il Covid-19 in Canada

Ora l’Alberta corre ai ripari:
restrizioni durissime

EDMONTON – Il governo dell’Alberta corre ai ripari. Di fronte al continuo aumento di ricoveri nelle terapie intensive, ormai al collasso, il premier Jason Kenney ha dovuto abbandonare lo slogan “stay open for good” (aperti per sempre) e fare dietrofront: restrizioni durissime a partire da subito.

“Abbiamo dichiarato lo stato di emergenza sanitaria”, ha detto Kenney. “A meno che non rallentiamo la trasmissione del virus, in particolare tra gli abitanti dell’Alberta non vaccinati, semplicemente non saremo in grado di fornire cure adeguate a tutti coloro che si ammalano”. E, in effetti, la situazione è grave. La dottoressa Verna Yiu, presidente di Alberta Health Services, ha affermato che il numero totale di pazienti ricoverati nelle unità di terapia intensiva in tutta la provincia ha raggiunto quota 270 questa settimana: il numero più alto nella storia dell’Alberta. E vicinissimo alla soglia massima dei 286 posti-letto intensivi che la provincia può garantire. Un disastro imminente, insomma. Tant’è che i funzionari sanitari stanno contattando “altre province per vedere se possono offrire spazi di terapia intensiva” e chiedendo loro anche se hanno “personale qualificato e in prima linea che potrebbe essere disposto a venire in Alberta per aiutarci”.

A mali estremi, estremi rimedi. Dunque, con effetto immediato, in Alberta scatta l’obbligatorietà del lavoro da casa, a meno che un datore di lavoro non abbia stabilito che è necessaria una presenza fisica per la quale però diventa necessaria una sorta di Green Pass, cioè la prova della vaccinazione o un “test Covid-19 negativo di recente”. Gli incontri sociali al chiuso dovranno prevedere la presenza di un massimo di dieci persone e saranno “limitati a una singola famiglia più un’altra famiglia” e, comunque, potranno avvenire solo tra persone vaccinate. I non vaccinati non saranno più autorizzati a partecipare a nessun incontro sociale privato al chiuso. Gli eventi all’aperto continueranno a non avere limiti di capienza ma sarà richiesto il distanziamento fisico di due metri.

Per quanto riguarda locali e pubblici esercizi, nei ristoranti i clienti potranno cenare solo all’aperto e con un massimo di sei persone per tavolo, appartenenti alla stessa famiglia, oppure in tre a patto che una delle tre persone viva da sola e le altre due rappresentino suoi “contatti stretti”. Stop, inoltre, alla vendita di liquori alle 22 ed alla consumazione di alcolici dopo le 23.

Negozi e spazi dedicati all’intrattenimento come sale da concerto, biblioteche e casinò saranno limitati ad un terzo della capacità e le persone che si recano in tali luoghi potranno visitare solo i membri della propria famiglia, a meno che una persona non viva da sola: in questo caso, potrà entrare in contatto con un massimo di due “contatti stretti”. Necessari, comunque, il mascheramento e il distanziamento fisico. La partecipazione a matrimoni e funerali al chiuso sarà limitata a 50 persone o al 50% della capacità “a seconda di quale sia inferiore” ma non saranno consentiti ricevimenti al chiuso, bensì solo all’aperto ma limitati a 200 persone (e con le stesse restrizioni sui liquori prevista per i ristoranti). I luoghi di culto dovranno limitare la partecipazione a un terzo della capacità e richiedere alle persone di indossare maschere e di allontanarsi fisicamente dalle persone di altre famiglie a meno che non vivano da sole: in questo caso, vige la regola dei due “contatti stretti”. Restrizioni anche nelle scuole, con tutta una serie di nuove limitazioni inizialmente non previste quando è partito l’anno scolastico.

Una sorta di “lockdown”, insomma. Una “crisi dei non vaccinati”, come l’ha definita il premier Kenney il quale ha affermato che circa il 90% dei pazienti Covid-19 negli ospedali non è vaccinato. “Questa è l’unica scelta responsabile che potevamo fare”, ha detto il premier che, pur affermando di aver fatto “a malincuore” marcia indietro sull’impegno a “rimanere aperti per sempre” senza neanche introdurre il Green Pass. Ma adesso “stiamo affrontando un’emergenza che richiede un’azione immediata”, ha detto. Azione che andava intrapresa prima secondo l’opposizione, che parla di “imperdonabile ritardo nell’agire”. “Tutto questo era prevenibile”, ha detto la leader provinciale dell’Ndp, Rachel Notley.

Nella foto, il Chinook Regional Hospital a Lethbridge, Alberta (foto di Graham Ruttan da Unsplash)

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