Il Commento

TCDSB, il bizzarro caso
del commissario per l’intregrità

TORONTO – Negli ultimi tre anni, quello che è successo al sistema educativo dell’Ontario, e più specificamente alla sua componente cattolica, è a dir poco una farsa. Ieri è culminato nella poca dignitosa lettera di dimissioni presentata da Principles Integrity, il Commissario per l’Integrità (IC), in qualità di custode della civiltà e della probità presso il TCDSB. Si sono allontanati dal loro “rapporto” in un attimo e in maniera irritata.

La lettera si avvicinava il più possibile all’esemplificazione della massima “non sputare nel piatto in cui mangi” come chiunque può appurare.

A quanto pare, l’Integrity Commissioner non può tollerare una divergenza di opinioni su questioni legali fondamentali: il diritto procedurale per conoscere e affrontare il proprio accusatore e il diritto a difendere la propria reputazione da accuse scurrili volte ad offuscare la reputazione personale o professionale dell’individuo.

Nella lettera, Principles Integrity reclama di avere il dovere e il diritto di presentare e difendere il proprio Rapporto sulla sua “indagine” relativa alle accuse rivolte al fiduciario Di Giorgio da quattro suoi colleghi (ora identificati come Rizzo, Di Pasquale, De Domenico e Li Preti) e da “un membro del pubblico” senza nome. L’IC ha aggiunto gratuitamente il fiduciario Del Grande al mix e ha fatto la sua “scoperta di colpevolezza”.

Indipendentemente da quanto esso/essa abbia trovato, il consiglio dei trustee ha l’autorità esclusiva di formulare le conseguenti raccomandazioni. Quando la Relazione è stata inserita nell’ordine del giorno del Provveditorato per la seduta pubblica del Consiglio del 16 maggio, il suo compito era sostanzialmente terminato.

Da quel momento in poi, le opinioni di esso/essa sulle raccomandazioni sarebbero rilevanti solo nella misura in cui il processo per arrivare alle raccomandazioni stesse fosse completo e legittimo – in altre parole, tutti gli attori nell’indagine sono stati nominati e il loro contributo è stato ponderato e riponderato in modo trasparente.

I trustee hanno evidentemente deciso che l’IC non soddisfaceva tali condizioni. Dopo quasi quattro ore di discussione in sessione privata, i trustee hanno deciso di tornare in Pubblico e hanno votato per rinviare l’esame del Rapporto fino a quando il Consiglio non avrà assunto un nuovo investigatore indipendente, in futuro.

Non sappiamo se all’IC sia stata data l’opportunità di affrontare le obiezioni presentate da Di Giorgio e Del Grande in seduta pubblica.

Sappiamo che il giorno successivo, il 17 maggio, Principles Integrity ha firmato il suo avviso di dimissioni. Qualcuno, molto probabilmente su consiglio del consulente legale e su istruzione del Direttore dell’Istruzione, ha indotto il TCDSB a cancellare (ripulire) il sito web da qualsiasi traccia del Rapporto, tutte e 45 le pagine.

Non una volta, in seduta pubblica, né il personale né l’IC hanno fatto riferimento ai diritti dei genitori cattolici di vigilare sugli obblighi dell’amministrazione di difendere i propri diritti ai sensi della Costituzione, della Carta dei Diritti e delle Libertà, della Legge sull’Istruzione e del Codice dei Diritti Umani.

Intanto, i nostri ricercatori hanno scoperto il nome del “membro del pubblico” non identificato e stanno verificando la veridicità delle informazioni nel rispetto della privacy.

Tuttavia, Principles Integrity ha deciso di lamentarsi pubblicamente di un Provveditorato che gli aveva messo “cibo nel piatto” dal 2020. Si può intuire che il suo concetto di rettitudine legale ha la precedenza sui diritti costituzionali e sui doveri verso i genitori cattolici, i suoi clienti.

Principles Integrity non ha risposto alle richieste di commento.

Nelle foto, da sinistra in alto, in senso orario: il direttore del TCDSB, Brendan Browne; i fiduciari Maria Rizzo, Norman Di Pasquale, Ida Li Preti e Markus De Domenico (foto da Twitter e da una riunione dei trustee)

PER LEGGERE I COMMENTI PRECEDENTI: https://www.corriere.ca/il-commento/

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