Il Commento

Elezioni italiane:
interferenze straniere

TORONTO – Il 13 settembre, dodici giorni prima delle elezioni nazionali in Italia, il New York Times ha divulgato una storia sui piani russi di interferire nei governi democratici occidentali. Ha fatto riferimento a un rapporto dell’intelligence che cita uno stanziamento di $ 300 milioni di dollari americani per “comprare” politici di alto livello. Il “progetto” (una vecchia e vera tattica americana della CIA) esiste apparentemente dal 2014 e interesserebbe venti nazioni in quattro continenti.

Sembrano tanti soldi, ma ai tassi di inflazione odierni probabilmente non bastano a soddisfare la voglia di gelato di troppe persone. Si tratta di circa 1,8 milioni di dollari all’anno per otto anni destinati a ex alti ministri, primi ministri e presidenti. Chi ha ottenuto quanto e quando?

La notizia si inserisce bene in una discussione sulla disinformazione, la propaganda e la diffamazione. La Russia è un paria internazionale. Cosa c’è da non credere?

Il 25 settembre è il giorno delle decisioni per l’Italia. Mentre sessanta milioni di italiani si preparano a votare, i sondaggisti suggeriscono che il risultato è una conclusione scontata: la coalizione di centro destra, potenzialmente guidata da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia vincerà. Qualcuno è compromesso? È all’altezza del compito? Cosa ne pensa la classe politica americana e dell’Europa occidentale?

Per conto del Corriere Canadese, ho partecipato a una tavola rotonda con alcuni esponenti di rilievo della comunità consultiva dell’intelligence internazionale (Edward Luttwak), candidati alle elezioni al Senato del gruppo Meloni (Vincenzo Arcobelli e Andrea di Giuseppe), un senatore alto locato (Adolfo Urso) della sua coalizione e altri tre giornalisti senior dall’Italia. La stessa Giorgia Meloni ha fatto un’apparizione video preregistrata.

L’esercizio ha dimostrato ancora una volta come gli eventi siano interconnessi dal punto di vista delle relazioni estere. Luttwak ha fornito una valutazione del rapporto di intelligence appena pubblicato, che da lui definito uno strumento di ricatto. Era solo un rapporto di analisi e non c’erano italiani nella lista. Detto e basta.

Più attinenti sono state le sue risposte alle domande riguardanti la competenza di Meloni rispetto ai suoi potenziali colleghi nelle alleanze G-7 e Transatlantiche. In sintesi, data la sua esperienza e la sua padronanza della sostanza della lingua inglese, potrebbe benissimo emergere come la Leader Intellettuale del G-7.

Sembra che il senatore Urso stesse già “facendo il giro” negli incontri con alti esponenti della classe politica americana e l’apparato burocratico responsabile su questioni cruciali per sostenere le relazioni transoceaniche nell’evento sempre più probabile di una vittoria della coalizione di centro-destra e l’insediamento di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio italiano.

Al senatore Urso aprono le porte i funzionari americani che gestiscono le questioni militari, energetiche ed economiche. Così come la leadership nei Paesi preoccupati per la sicurezza energetica per l’Europa occidentale e per lo sconvolgimento demografico in Nord Africa e nel grande Medio Oriente.

Sembra logico. Attualmente, ci sono solo due superpotenze – USA e Cina – che dividono il mondo. Le restanti nostre sono “stati cliente” di vario peso e significato. La Russia è poco più di un impero regionale, importante e bisognoso di gestione. L’Unione Europea è ancora un’entità amorfa la cui [in]stabilità rappresenta o una minaccia o un’opportunità per tale equilibrio.

Ogni elezione, soprattutto nella filiera energetica del bacino del Mediterraneo, attirerà la massima attenzione. Come, in questo caso, l’Italia.

Qui sotto , potete vedere il video dell’intero meeting. 

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