Il Commento

I budget annuali: esercizi nelle pubbliche relazioni

TORONTO – Una volta, erano espressioni di come i governi gestivano bene gli interessi economici dei loro cittadini: investimenti in (e rendimenti da) misure che inducevano la crescita e bilanciavano le spese coerenti con l’assunzione. L’aspettativa sarebbe che più basse sono le sanzioni/tasse da parte del governo, maggiore è l’opportunità per l’individuo di esercitare la scelta per lo sviluppo personale.

Ci sono sempre state persone, sia dentro che fuori dal governo, che vedono opportunità di sfruttamento e agiscono sull’impulso avido di soddisfare un’agenda personale. I governi responsabili, sostenitori della trasparenza, tendono a “eliminare” tali comportamenti. Alcuni hanno più successo di altri; Da qui il valore della partigianeria.

Ciò non significa che i governi non possano o non debbano raccontare la loro storia. Spetta alle parti interessate analizzare e valutare dove si trovano i propri interessi. Un resoconto realistico di ciò che potrebbe accadere, cosparso di una sana dose di scetticismo, può rivelarsi utile. Anche se i governi, sostenuti da burocrazie ben finanziate, hanno risorse di gran lunga superiori a quelle dei cittadini umili.

Ma, dopo tutto, sono i nostri soldi che i governi stanno investendo o spendendo, a seconda del punto di vista prevalente.

In qualche modo, ci si sarebbe aspettati l’aiuto delle nostre organizzazioni interessate, tra cui l’Ontario Catholic School Trustee’s Association (OCSTA). Appena sedici ore dopo la presentazione del bilancio del governo dell’Ontario alla legislatura, il presidente dell’OCSTA ha inviato un memorandum (che potete leggere qui: Memo-Budget Announcement (March 26) ) ai presidenti dei consigli scolastici e ai direttori dell’istruzione, avvisando tutti: “il bilancio includeva le seguenti nuove iniziative di finanziamento che saranno di interesse per i consigli cattolici”. Questo è tutto.

I dati pubblicamente disponibili (soggetti a piccole variazioni, tra cui quella dell’OCSTA) affermano che circa il 25% degli studenti dell’Ontario frequenta scuole cattoliche, distribuite su 29 consigli scolastici, che amministrano 1.500 scuole.

È giusto suggerire che per ogni 1.000 dollari che i governi spendono per l’istruzione, i consigli cattolici – che esistono dal 1841, 26 anni prima che il Canada fosse “unito” – possono legittimamente aspettarsi 250 dollari.

Piuttosto, vorrei che qualcuno avesse messo i 23 miliardi di dollari in “costruzione, espansione e rinnovamento di scuole e spazi per l’infanzia” in quel contesto. Solo 6 miliardi di dollari andrebbero ai consigli di amministrazione cattolici. Sii calmo il mio cuore… nei prossimi 10 anni! Dovremmo dividere il totale per dieci e accettare i 600 milioni di dollari annuali da distribuire tra i 29 consigli cattolici – circa 20 milioni di dollari per consiglio? Non si può costruire nemmeno una scuola superiore per quella somma di denaro.

Si immagina che l’organizzazione provinciale che si occupa degli interessi dei fiduciari dei consigli scolastici locali sosterrà i genitori dei bambini che hanno assunto in affidamento.

Nella foto in alto, il ministro Peter Bethlenfalvy

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