TORONTO – Congratulazioni e auguri vanno al neo arcivescovo della diocesi di Toronto, Sua Eminenza Frank Leo. Il prelato nato a Montreal è in possesso di meritate credenziali sul fronte accademico, teologico, canonico e diplomatico, avendo servito negli ultimi dieci anni il “corpo diplomatico” del Vaticano.
Avrà bisogno di tutto questo e di più, se vuole riuscire a rinvigorire lo scopo dell’adesione alla Chiesa cattolico-cristiana, senza mancare di rispetto al cardinale arcivescovo uscente Collins.
Cleri dissidenti (scismatici) e consigli scolastici, a volte operanti in tandem, cospirano contro i valori socio-culturali che erano – e continuano ad essere – alla base delle istituzioni sociali, economiche, civiche e della vita orientata alla famiglia.
Potrebbe essere ingiusto caricare sulle spalle dell’arcivescovo il peso delle disfunzionalità nella società contemporanea. Con la “scusa” del Covid e la sua debilitante interruzione della normalità, i rassicuranti messaggi di obblighi e riti religiosi sono passati in secondo piano. Le scuole non hanno riempito il vuoto.
Accoltellamenti, sparatorie, aggressioni fisiche e sessuali, distribuzione di droghe illecite nelle nostre scuole pubbliche fanno notizia ogni giorno. Anche le nostre [precedentemente] decantate scuole cattoliche sono state soggette alla nuova religione di “-izzata”: “colonizzata”, “razzializzata”, “sessualizzata”, “emargin[izz]ata”. A che fine?
Se gli eventi della scorsa settimana nei consigli scolastici del distretto cattolico sono indicativi, qualcuno deve inondare le stalle perché dal punto di vista finanziario, dal punto di vista del personale e da un’analisi delle iscrizioni (che di solito indica la fiducia del pubblico nel sistema), gli indicatori non sono incoraggianti.
Prendete il consiglio scolastico del distretto cattolico di Toronto. Nella riunione della Corporate Committee della scorsa settimana, uno scherzo crudele di ciò che passa per dibattito (materiale per un altro articolo), il personale ha ammesso una situazione di deficit e un calo delle iscrizioni per i prossimi cinque anni!
Di norma, i Provveditorati (ed i Comuni) non sono autorizzati a gestire deficit. Ci si aspetta che esercitino approcci prudenti, responsabili e trasparenti per spendere i soldi destinati ai loro elettori. Si rivolgono al loro “signore supremo” per avere guida, permesso e giustificazione quando “hanno bisogno di farlo”. In questo caso, a quanto pare hanno ricevuto l’approvazione del Ministero dell’Istruzione (MOE) per dirottare fondi verso “obiettivi di equità” – assumendo persone per “promuovere” gli obiettivi di quella nuova religione, [del pubblico], … “-izzato”.
A parte i meriti relativi di tali obiettivi, i consigli scolastici distrettuali cattolici hanno l’obbligo costituzionale di proteggere e promuovere la cattolicità di ciò che la Legge sull’Istruzione (l’Education Act) definisce “l’elettore cattolico”. I provveditorati dissidenti ed i loro fiduciari possono resistere quanto vogliono all’autorità del magistero (l’arcivescovo, in questo caso) ma non possono insinuare nel curriculum qualcosa di antitetico all’etica cattolica. I genitori possono citare in giudizio gli amministratori e i trustee per deliberata inadempienza, se lo fanno.
Ora che l’accesso ai finanziamenti scolastici per i cattolici ha superato quei 125 anni di discriminazione religiosa e si è convertito in sovvenzioni per le esigenze degli studenti (GSN), il ministero e gli anti-cattolici sono passati ad un approccio “uccidili con gentilezza”. In cambio offre la flessibilità di giocare al di fuori dei principi e degli scopi di base della loro missione locale. Evidentemente, il TCDSB trova difficile resistere a quella corruzione strisciante.
Carrieristi, “scalatori” amministrativi (il cosiddetto personale senior) guardano in alto ai funzionari del ministero per quella che è la direzione preferita dal punto di vista del MOE. Per loro il magistero è un anacronismo.
Peccato che sia sancito dalla Costituzione, dalla Legge sull’Istruzione, dalla Carta dei diritti e delle libertà e persino dal Codice dei diritti umani. Forse vale la pena sottolineare che i genitori cattolici vorranno che il nuovo arcivescovo usi le sue capacità diplomatiche per metterli in riga.
Nella foto in alto: il nuovo arcivescovo di Toronto, Frank Leo (da www.archtoronto.org)