Ontario

Governo e OTF, è scontro sugli insegnanti

TORONTO – La risposta alla richiesta avanzata dal Ministero dell’Istruzione dell’Ontario di consentire agli insegnanti in pensione di lavorare più a lungo, è stata un categorico no. L’Ontario Teachers’ Federation (OTF) ha invece suggerito al governo di impegnarsi a trovare una soluzione reale alla carenza di personale.

Gli insegnanti dell’Ontario rappresentati dalla Federation hanno accettato “con riluttanza” negli ultimi tre anni di consentire ai docenti in pensione di lavorare per 95 giorni all’anno invece di 50 per far fronte alla mancanza di docenti durante la pandemia di Covid-19, ma adesso non ha intenzione di assecondare la richiesta.

La Federazione degli insegnanti dell’Ontario ha accettato “con riluttanza” negli ultimi tre anni di consentire agli insegnanti in pensione di lavorare per 95 giorni all’anno invece di 50 per far fronte alla crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19, ma adesso dice un secco no alla richiesta.

“Delegare la responsabilità agli insegnanti in pensione non è né un’opzione sufficiente né sostenibile per affrontare le sfide relative al personale – ha scritto in una nota il segretario-tesoriere dell’Ontario Teachers’ Federation Ian Pettigrew – cambiare la regola per i membri in pensione non incoraggia gli insegnanti in servizio a rimanere nel sistema né attira potenziali candidati ad unirsi alla professione”.

Anche i quattro principali sindacati degli insegnanti hanno dichiarato di sostenere la mossa dell’OTF, affermando che l’utilizzo di insegnanti in pensione è stata una misura temporanea in un momento di crisi nel reclutare insegnanti. “L’Ontario ha decine di migliaia di persone qualificate che stanno abbandonando la professione – hanno scritto i sindacati che rappresentano gli insegnanti delle scuole pubbliche, elementari, secondarie e cattoliche – perché se ne vanno? Perché il governo Ford si rifiuta di affrontare le cause profonde del problema cioè le condizioni di apprendimento e di lavoro nelle scuole dell’Ontario oltre all’inadeguato riconoscimento delle credenziali e delle competenze degli insegnanti”.

Il “no, grazie” degli insegnanti della provincia non è stata di certo la risposta che il governo si aspettava. Un portavoce del ministro dell’Istruzione Stephen Lecce ha affermato che la decisione della Federazione è “deludente” in quanto avvalersi dei docenti in pensione sarebbe stata una misura di “buon senso” sostenuta dalle associazioni dei fiduciari scolastici provinciali e dall’Ontario Principals Council. “La Ontario Teachers’ Federation dovrà spiegare perché non è una priorità condivisa per loro mettere in atto misure sia a breve che a lungo termine che consentano ai bambini di frequentare le lezioni e apprendere grazie ad un insegnante qualificato”.

A sostenere la richiesta del governo è l’Ontario Public School Boards’ Association secondo cui, sebbene il cambiamento delle regole per gli insegnanti in pensione sia una soluzione temporanea, è assolutamente necessaria. “In un momento in cui le nostre scuole sono alle prese con una serie di sfide quotidiane in termini di personale, estendere la capacità di insegnamento dei docenti in pensione avrebbe potuto fornire un supporto cruciale agli studenti – ha scritto in una nota la presidente Cathy Abraham – sfortunatamente, il rifiuto di prendere in considerazione questa proposta aggrava la pressione su un sistema dell’istruzione in difficoltà”.

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