First Nations

Indigeni da Papa Francesco
per le scuse

TORONTO – Un gruppo di delegati in rappresentanza di First Nations, Inuit e Métis giungeranno a Roma questo fine settimana per un’udienza con il Papa. La delegazione è composta da circa 30 indigeni tra cui anziani, sopravvissuti alle scuole residenziali e giovani.

Il motivo del viaggio della delegazione è incentrato su come i popoli indigeni e la Chiesa cattolica possono andare avanti insieme verso la guarigione e la riconciliazione. E’ proprio la storia delle scuole residenziali in Canada che ha acceso il dibattito nazionale.

È stato particolarmente difficile per la comunità indigena in seguito alla scoperta di centinaia di tombe anonime, compresi i resti di bambini, sul terreno di ex scuole residenziali in tutto il Canada. Le scoperte hanno riaperto vecchie ferite per i sopravvissuti e le loro famiglie.

Parte del processo di guarigione prevede discussioni incentrate su azioni significative per riacquistare la fiducia, la riconciliazione e il rispetto reciproco come comunità e paese.

La visita in Vaticano è la risposta alla Truth and Reconciliation Commission, Call Action numero 58. La Commissione invita il Papa a chiedere scusa ai sopravvissuti, alle loro famiglie e comunità per il ruolo della Chiesa dal punto di vista culturale, emotivo, spirituale, abusi fisici e sessuali sui bambini indigeni nel sistema scolastico residenziale cattolico.

All’inizio di questa settimana, il Métis National Council (MNC) ha annunciato a suoi membri che la delegazione ufficiale si sarebbe recata a Roma. Guidata dal presidente del MNC Cassidy Caron, la delegazione comprende sopravvissuti, anziani, giovani e membri della comunità, nove in totale. A loro si unirà una delegazione secondaria più ampia di assistenti degli anziani, membri della famiglia, leader della comunità e personale di supporto.

Secondo una dichiarazione del MNC, “i delegati porteranno a conoscenza il trauma intergenerazionale profondo e duraturo che le scuole residenziali hanno inflitto alla nazione Métis”, inoltre, “la necessità che la Chiesa risarcisca la nazione Métis”. Questi risarcimenti includerebbero il sostegno finanziario per iniziative di guarigione e ricostruzione guidate dalla comunità.

I delegati ufficiali dei Métis incontreranno privatamente il capo della Chiesa cattolica il 28 marzo. Quel giorno, Papa Francesco incontrerà anche separatamente la delegazione che rappresenta gli Inuit Tapiriit Kanatami.

Il chief dell’Assembly of First Nations (AFN), Northwest Territories Regional Chief Gerald Antoine, che guiderà la delegazione a Roma, ha affermato che “l’incontro con Papa Francesco è un passo importante”. Ha commentato il suo significato mentre la comunità continua ad affrontare il ruolo della Chiesa cattolica riguardo ciò che molti bambini della First Nation hanno vissuto mentre frequentavano le scuole.

Il gruppo comprende tredici delegati della First Nation che rappresentano l’AFN insieme ai Survivors of Residential Institutions of Assimilation and Genocide e due rappresentanti dei giovani. Insieme rappresentano i popoli indigeni di tutto il Canada e si incontreranno privatamente con Papa Francesco il 31 marzo. Un’udienza finale con il Papa e tutti i partecipanti, compresi i rappresentanti della Canadian Conference of Catholic Bishops, è prevista per il 1 aprile.

Entro la fine dell’anno, il Papa dovrebbe visitare il Canada e incontrare le comunità indigene che vogliono ricevere le scuse del capo della Chiesa cattolica in Canada. “Il significato delle scuse papali sul terreno stesso in cui si sono verificate le atrocità nelle scuole residenziali è di fondamentale importanza”, ha affermato il presidente Caron. “Deve essere fatto qui in Canada, e in uno spirito di riconciliazione”, ha aggiunto.

(Traduzione in Italiano a cura di Mariella Policheni)

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