TORONTO – Conto alla rovescia a Ottawa per l’elezione del nuovo Speaker della Camera. Domani i deputati dovranno votare il successore di Anthony Rota, dimessosi la scorsa settimana sull’onda lunga della vicenda che ha portato al tributo riservato dagli mp a Yaroslav Hunka, che in gioventù fece parte del corpo di volontari della Waffen Grenadier Division of the SS. Un equivoco costato carissimo al deputato italocanadese, che ha dovuto gettare la spugna e rinunciare alla carica. La scelta del nuovo Speaker porta con sé delle conseguenze importanti per il governo liberale guidato dal primo ministro Justin Trudeau. La scorsa settimana infatti gli esponenti di tutti i partiti d’opposizione – Partito Conservatore, Ndp e Bloc Quebecois – si sono incontrati per trovare un potenziale accordo su un candidato comune, da scegliere appunto nella minoranza parlamentare. Bocche cucite sull’esito del vertice, ma è evidente che se le opposizioni riuscissero ad eleggere il nuovo Speaker bypassando il voto liberale ci troveremmo di fronte all’ennesimo schiaffo al primo ministro e, allo stesso tempo, a un nuovo segnale di estrema fragilità e debolezza di un esecutivo che alla House of Commons non ha la maggioranza assoluta. Da un punta di vista regolamentare, sono candidati al ruolo di Speaker tutti i deputati che non detengono incarichi governativi, tolti però quelli che annunciano espressamente di non essere interessati. La lista dei papabili è quindi lunghissima e negli ultimi giorni alcuni deputati di peso sono usciti allo scoperto e hanno confermato la loro intenzione di correre per la carica. Tra questi troviamo il conservatore Chris D’Entremont, che dal 2021 è anche vice Speaker della House of Commons e che in passato ha sostituito rota in molte occasioni.
Anche la leader dei Verdi Elizabeth May ha espresso la propria intenzione di candidarsi, come aveva fatto peraltro nel 2019 quando invece venne eletto Rota. Altri nomi che stanno circolando sono quelli dei liberali Alexandra Mendes, Greg Fergus, Sean Casey e Peter Schiefke e quello della neodemocratica Carol Hughes.
Molto difficile quindi fare previsioni sull’esito della votazione, anche perché bisogna ricordare che per l’elezione dello Speaker della Camera il voto è segreto. E qui potremmo trovarci di fronte a una fronda di franchi tiratori della maggioranza liberale che potrebbero convogliare il proprio sostegno su una candidatura degli altri partiti.
Sarebbe un ulteriore segnale del malcontento strisciante sentito all’interno del Partito Liberale a guida Trudeau, con i sondaggi che settimanalmente mettono in luce livello di consenso in caduta libera e con l’idea che inizia a circolare tra i grit, cioè che sia giunto il momento di una nuova leadership alla guida del partito.
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