Canada

Delitto di Nijjar, quarto arresto in B.C.

TORONTO – Un quarto cittadino indiano che vive in Canada è stato accusato dell’omicidio dell’attivista sikh Hardeep Singh Nijja avvenuto lo scorso anno all’esterno di un tempio Sikh nel Surrey, in British Columbia.

L’Integrated Homicide Investigation Team (Ihit) della provincia ha dichiarato che Amandeep Singh, 22 anni, era già in custodia della Peel Regional Police in Ontario per accuse legate alle armi da fuoco. “L’Ihit ha analizzato le prove e ottenuto informazioni sufficienti affinché la Procura della BC possa accusare Amandeep Singh di omicidio di primo grado e associazione a delinquere per commettere omicidio”, si legge nel comunicato della polizia.

La polizia ha anche confermato che Singh è un cittadino indiano che divide il suo tempo in Canada tra Brampton, in Ontario e Surrey e Abbotsford, in British Columbia.

Gli investigatori hanno detto di non potere rilasciare ulteriori dettagli sull’arresto a causa delle indagini in corso e dei processi giudiziari.
All’inizio di questo mese, la polizia ha arrestato tre cittadini indiani – Karan Brar, Kamalpreet Singh e Karanpreet Singh – a Edmonton e li ha

accusati di omicidio di primo grado e cospirazione nel caso Nijjar.

Martedì scorso manifestanti si sono radunati davanti al tribunale provinciale del Surrey quando i tre uomini accusati del caso sono apparsi tramite collegamento video.

Non va dimenticato che la morte di Nijjar ha scatenato forti tensioni tra Canada e India dopo che il primo ministro Justin Trudeau ha affermato che i servizi segreti hanno collegato l’omicidio al governo indiano. I funzionari indiani, dal canto loro, hanno negato il coinvolgimento nella morte del cittadino canadese nato in Punjab ed emigrato in Canada impegnato in una campagna per la creazione del Khalistan, una patria Sikh indipendente ricavata dall’India.

Gli arresti hanno anche intensificato il controllo sul processo di autorizzazione del Canada per gli studenti internazionali dopo le rivelazioni secondo cui un video pubblicato online nel 2019 da una società di consulenza per l’immigrazione con sede in India mostrava Brar che diceva che il suo “visto per motivi di studio è arrivato” mentre una foto lo mostrava mentre teneva in mano quello che sembrava essere un permesso di studio.

Immigration, Refugees and Citizenship Canada ha affermato di non poter commentare le indagini in corso o i singoli casi.

Rimane il fatto che i rapporti tra India e Canada si sono notevolmente raffreddati dopo che Trudeau ha puntato il dito contro il governo indiano. Il ministro deli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha ribadito più volte che “non ci sono prove”. A cercare di spegnere le polemiche è stata il ministro degli Esteri del Canada Melanie Joly che nei giorni scorsi ha detto “Sta indagando L’Rcmp”.

Nelle foto in alto, da sinistra: l’attivista sikh Hardeep Singh Nijja e Amandeep Singh

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