Canada

Dazi tra timori e opportunità, il Canada lavora per la svolta

TORONTO – Timori per il futuro, incertezza economica ma anche potenziali opportunità. Il governo federale, tamponata l’emergenza con la sospensione al foto finish dei dazi doganali americani e gli annessi contro dazi, cerca di capire quali siano le prospettive per l’immediato futuro e si interroga, allo stesso tempo, su possibili soluzioni a lungo termine nei suoi rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Anche perché, volenti o nolenti, il nostro Paesi dovrà fare i conti con Donald Trump per i prossimi quattro anni, e chissà forse di più, se è vero che l’entourage dell’inquilino della Casa Bianca è già al lavoro per capire se vi siano i margini per modificare la Costituzione e puntare un futuro terzo mandato.

Ottawa, in questo momento, vuole valorizzare il tempo che la separa dalla prossima scadenza, l’1 marzo, per ragionare su un consolidmaento deirapporti commerciali con i partner dell’Umsca – Usa e Messico – e contemporanemante per allargare la rete di scambio con altre aree geografiche, l’Unione europea e l’Inghilterra in primis, ma anche il Sudest asiatico e il Sudamerica. Justin Trudeau, in questi ultimi sgoccili di mandato – sarà sostituito dal nuovo primo miinistro il prossimo 9 marzo – vuole gettare le basi di una nuova strategia commerciale ed economica per il nostro Paese che sia a prova di Trump, o quantomeno che possa sviluppare determinati anticorpi per potersi difendere efficacemente.

Ieri il leader liberale si è incontrato virtualmente con i premier delle Province, primo meeting dopo l’accordo in zona Cesarini sui dazi doganali. Anche ieri Trudeau ha dovuto lavorare duramente per trovare una posizione comune, ricucire gli strappi e costruire una sintesi su posizioni molto diverse. Tanti i temi in discussione, a partire dalle barriere doganali interprovinciali che rappresentano una zavorra economica obsoleta e farraginosa per il Canada: le basi per la completa eliminazione sono state gettate, resta da capire quali saranno tempi e modalità per arrivarci. Allo stesso tempo il primo ministro ha annunciato la convocazione per domani del Canada-U.S. Economic Summit a Toronto. “Sebbene i dazi doganali proposti dagli Stati Uniti siano stati sospesi per 30 giorni – ha fatto sapere Trudeau – questa è un’importante opportunità per costruire un’agenda di prosperità a lungo termine per il Canada. Un sistema che sia resiliente, che abbatta le barriere tra province e territori e che sia diversificato nel commercio globale”.

Al vertice parteciperanno anche i componenti del Canada-U.S. Relation.

“Il Canada-U.S. Economic Summit – ha continuano il leader liberale – riunirà i leader canadesi nel commercio, negli affari, nelle politiche pubbliche e nel lavoro organizzato. Utilizzando la loro esperienza settoriale, i leader esploreranno modi per far crescere l’economia canadese, rendere più facile la costruzione e il commercio all’interno del paese, diversificare i mercati di esportazione e ringiovanire la produttività. Il vertice vedrà un maggiore coordinamento, cooperazione e interoperabilità tra i partner, anche attraverso conversazioni specifiche su questioni e settori. Il Canada è la nona economia più grande del mondo. Abbiamo talenti di livello mondiale, minerali critici, risorse naturali, un ecosistema tecnologico dinamico e l’ambizione di crescere”.

“Il governo canadese – ha concluso Trudeau – le imprese canadesi, il lavoro organizzato canadese, la società civile canadese e decine di milioni di canadesi da costa a costa sono allineati e uniti con la stessa missione: costruire un Canada più forte, con più posti di lavoro, stipendi più alti e prosperità a lungo termine”.

In alto, Trudeau con i premier nel vertice dello scorso 15 gennaio (foto: PMO)

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