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Stefania Bonfadelli
racconta le primedonne

PARMA – Immaginate un lacchè di origini africane e la moglie – nello specifico, Alessandro e Maria Antonia Rapacciuoli – che presenziano orgogliosi al battesimo della loro figlioletta da poco venuta al mondo. A farle da padrino è lo stesso datore di lavoro del padre, il preclaro evirato cantore – o musico, come si diceva all’epoca – Francesco De Castris, più noto come “il Cecchino”, uno dei favoriti alla corte del principe Ferdinando de’ Medici. Il nome della neonata è Vittoria Tesi anche se sarebbe passata alla storia e, ancora prima, alla trionfale ribalta di moltissimi teatri come la Fiorentina o la Moretta. Vittoria era destinata non solo a divenire il massimo contralto femminile del primo squarcio del XVIII secolo (per espressa dichiarazione di chi ebbe il piacere di ascoltarla) ma fu anche la prima cantante d’opera mulatta ad imporsi sulle scene. E non solo: per ironia della sorte, sarà lei insieme ad altre portentose signore del canto e del teatro a rubare letteralmente la scena agli angelici eunuchi (tra le cui file va inscritto il padrino De Castris) che dominavano pachidermici i palcoscenici dell’opera italiana ed europea. Di lì a qualche decennio, i nomi di Farinelli, Senesino, Carestini, Caffarelli, Bernacchi e molti altri sarebbero stati polvere muta nella campana delle trombe della Fama. Gli evirati cantori avrebbero dovuto inesorabilmente cedere il passo a quelle interpreti del gentil sesso che rendevano il teatro più vivo e più vero, mimetico e coinvolgente.

Per capire la notorietà delle prime donne del ‘700 basti pensare che lo stesso Metastasio scriverà a Carlo Broschi (Farinelli appunto) lettere entusiaste per elogiare in maniera sperticata le doti di quella “Vittoria africana”. E con il suo “Finte follie e veraci pazzie ossia il teatro delle primedonne” la regista Stefania Bonfadelli (già protagonista su questa nostra pagina culturale) torna a parlare non solo di Vittoria Tesi ma anche di Anna Renzi ed Isabella Colbran. «Ho realizzato questo lavoro – spiega la Bonfadelli – con l’intento di far conoscere la storia di queste primedonne come Anna Renzi, Vittoria Tesi, Isabella Colbran. Un omaggio modesto ma molto appassionato al Teatro d’Opera che è stato proprio il luogo del riscatto del talento femminile perché ha permesso a queste donne, nate povere, di emergere attraverso la loro voce.

Questo lavoro nasce inoltre da una esigenza personale, una sorta di consolazione per superare lo shock della chiusura dei teatri durante la pandemia. Per tutti noi che apparteniamo al mondo del teatro è stato un momento durissimo e più volte mi sono chiesta se nel passato fosse già successa questa cosa a causa delle guerre o delle pandemie e come le prime donne di allora l’avessero superata.» La Renzi e la Colbran spiccarono per motivi personalissimi e diversi, condividendo però una distinta dote attoriale ed un’incredibile capacità canora. «Come mi è stato insegnato da tante persone cui ho voluto bene e che mi sono state vicine nella vita – continua Stefania Bonfadelli – ho cercato di superare il tragico momento pandemico attraverso l’ironia. Sarà quindi uno spettacolo leggero e spero divertente, un omaggio a queste prime donne che hanno storie incredibili da raccontarci di cui – soprattutto noi prime donne di adesso – ci siamo dimenticate, mentre ci stanno insegnando ancora molte cose: da come si affronta una carriera a come non ci si arrende di fronte alle difficoltà».

Non una ma ben due date – il 22 ed il 29 maggio prossimi venturi – per questo spettacolo di teatro musicale che si preannuncia ghiotto, salace, puntuto e pungente, elegante ed intelligente quanto basta e garba.

[Al Teatro Farnese, Complesso Monumentale della Pilotta, Parma – Interpreti Nicolò Balducci, Fiammetta Tofoni, Chiara Tomei, Maya Quattrini, Lussiana Zanella, Marco Fragnelli. Luigi Accardo maestro al cembalo, costumi del Piccolo Teatro di Milano. Testo e Regia di Stefania Bonfadelli. Lo spettacolo è inoltre dedicato alla memoria di Franca Valeri, scomparsa nel 2020, della quale la Bonfadelli è stata figlia adottiva ed inseparabile amica.]

Nelle foto: Stefania Bonfadelli (Twitter) e Franca Valeri (Wikipedia)

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