IRENZE – Si è spento il 28 giugno scorso il sorriso di Luisa Vertova, una delle più importanti storiche dell’arte del nostro Novecento. A 100 anni ci ha lasciati una donna che ha dedicato la sua vita allo studio dei pittori lombardi e veneti tra il XVI ed il XVIII secolo, oltre ad aver rivolto la propria attenzione ai grandi maestri del Rinascimento italiano.

È stato Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, a dare la notizia della scomparsa: «Ci ha lasciato una grandissima storica d’arte che con i suoi studi sulla pittura fiorentina, veneta e lombarda, rinascimentale e barocca ha segnato il Novecento. Dal tempo delle ricerche per la sua monografia su Sandro Botticelli del 1952, alle ultime pubblicazioni su Bernardo e Giulio Licinio, Luisa Vertova ha frequentato gli Uffizi assiduamente per quasi un secolo, contribuendo in maniera decisiva alla conoscenza delle nostre collezioni».

Figlia del filosofo Giacomo Vertova, era nata a Firenze nel 1921 dove aveva trascorso l’infanzia e la prima giovinezza. Dopo gli studi in storia dell’arte e archeologia, nel ’43 divenne assistente dello storico dell’arte statunitense Bernard Berenson. Negli anni ’50 l’incontro con Ben Nicolson – figlio della famosa Vita Sackville-West – che la avrebbe portata a trasferirsi in Inghilterra nel ’59. Per anni Luisa Vertova è stata un’impareggiabile consulente presso la casa d’aste Christie’s, curando numerose vendite per le sedi italiane fino agli anni Ottanta. Fu poi lei nell’85 a curare la catalogazione delle migliaia di fotografie di pittura veneta lasciate da Fritz Heinemann all’Istituto tedesco di storia dell’arte di Firenze.

Nel 2018, la Vertova aveva scelto di donare la sua fototeca alla Fondazione Federico Zeri presso l’Università di Bologna insieme ad una collezione di monografie (più di 130 tra cataloghi e libri). Oltre 700 fototipi (stampe alla gelatina ai sali d’argento e negativi di vario formato) costituiscono la sua fototeca che rappresenta un unicum per documentare le opere d’arte italiana dell’Ottocento e del Novecento ed un nucleo di dipinti dei secoli XVI- XVII.

Da ricordare, tra i molti lavori e pubblicazioni, i suoi scritti su Sandro Botticelli (1952), Vittore Carpaccio (1952), Lorenzo Lotto (1955), Paolo Veronese (1959), I cenacoli fiorentini (1965), Carlo Ceresa (1984) ed innumerevoli saggi sulle riviste come Antichità viva, Apollo, The Burlington Magazine e Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz.

Nella foto Luisa Vertova (Firenze Post)

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