Canada

Crisi sanità, canadesi inclini a curarsi in Usa

TORONTO – Con tempi di attesa infiniti ai pronto soccorso e la mancanza di personale, il livello di frustrazione dei canadesi continua a salire. Al punto che, stando a un nuovo sondaggio Ipsos, molti si dicono disposti a recarsi negli Stati Uniti per ricevere assistenza sanitaria tempestiva, anche pagando di tasca propria.

La ricerca condotta da Ipsos per Global News ha rilevato che il 42% degli intervistati si recherebbe negli Stati Uniti e pagherebbe personalmente per ulteriori cure sanitarie di routine, se necessario. Si tratta di un aumento di 10 punti percentuali rispetto a gennaio 2023. E il 38% degli intervistati ha dichiarato che si recherebbe negli Stati Uniti e pagherebbe personalmente le cure di emergenza (in aumento di nove punti percentuali rispetto a un anno fa).

“Penso che l’aumento sia dovuto al crescente livello di insoddisfazione che i canadesi provano nei confronti del sistema sanitario – ha detto a Global News Sean Simpson, vicepresidente di Ipsos Public Affairs – non è la qualità dell’assistenza ciò che preoccupa le persone, ma l’accesso tempestivo alle cure, ovvero i tempi di attesa al pronto soccorso, quelli per vedere gli specialisti, per ottenere appuntamenti, per lo screening. Di conseguenza, una parte significativa della popolazione afferma che se riesce a ottenerele cure altrove, come negli Stati Uniti, potrebbe prendere in considerazione l’idea di farlo”.

Il sondaggio Ipsos arriva nel momento in cui le province continuano a lottare con la carenza di medici di famiglia, l’aumento dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici e nei pronto soccorso.

Il ministro della Sanità Mark Holland, interrogato sulla propensione dei canadesi a cercare cure mediche negli Stati Uniti, ha risposto che “inequivocabilmente l’assistenza privata non è la risposta” e che la maggior parte dell’attesa riguarda procedure elettive o situazioni non di emergenza, e ha esortato i canadesi “a essere pazienti”.

“So che è difficile, ma stiamo lavorando per risolvere i problemi del personale sanitario”, ha assicurato Holland.

Di conseguenza, nel febbraio 2023, il governo federale ha offerto alle province e ai territori un accordo di finanziamento sanitario del valore di 196,1 miliardi di dollari in 10 anni. Il mese scorso, l’Ontario è stata l’ultima provincia a firmare un accordo di finanziamento sanitario da 3,1 miliardi di dollari che vedrà la provincia assumere più operatori sanitari, gestire gli arretrati chirurgici e passare a un sistema di dati digitali.

Secondo il sondaggio Ipsos, riguardo a questi finanziamenti, i canadesi hanno varie opinioni. Più di quattro intervistati su dieci ritengono che le province dovrebbero ricevere più dollari per l’assistenza sanitaria dal governo federale.

Il sondaggio Ipsos ha esaminato anche l’atteggiamento dei canadesi nei confronti della privatizzazione dell’assistenza sanitaria, un concetto che l’Ontario sta esplorando sempre più.

Nel sondaggio, il 63% degli intervistati ha affermato che sosterrebbe l’assistenza sanitaria privata per coloro che se lo possono permettere. E il 60% ha dichiarato che sosterrebbe la fornitura privata di servizi sanitari finanziati con fondi pubblici.

Molti canadesi sono ottimisti anche riguardo alla crescente adozione dell’assistenza virtuale, una tendenza che ha registrato un’accelerazione dall’inizio della pandemia.

Il sondaggio ha rilevato che una forte maggioranza di canadesi (79%) sarebbe favorevole all’espansione dell’assistenza virtuale per i servizi forniti da un medico di famiglia.

(Foto: Erik Mclean – Unsplash)

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