TORONTO – Conservatori in fuga, liberali in caduta libera. È questa l’istantanea scattata da Ekos Research nella quale viene confermato il tracollo del partito del primo ministro Justin Trudeau nelle intenzioni di voto. Una vera e propria Caporetto, che non solo conferma le difficoltà già evidenziate dai sondaggi degli ultimi quattro mesi ma che invece mette in luce una vera e propria crisi dei grit nell’elettorato canadese.
Secondo Ekos, se si dovesse andare alle urne in questo momento il Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre raggiungerebbe quota 42,2 per cento, un livello di consenso mai registrato dalla destra canadese dall’ultimo governo guidato da Stephen Harper. I liberali, invece, andrebbero incontro a una sanguinosa disfatta, sia nel livello del consenso sia nella sua traduzione a livello di seggi conquistati: secondo il sondaggio realizzato il 21 settembre e pubblicato ieri, il Partito Liberale crollerebbe al 21,9 per cento dei voti. D’altro canto, secondo l’indagine demoscopica di Ekos, non cresce nemmeno l’Ndp di Jagmeeth Singh: anzi, le intenzioni di voto verso i neomodecratici registrano una ulteriore flessione, stabilizzandosi al 17,2 per cento. A seguire, il Bloc Quebecois si posiziona al 6,9 per cento, il Green Party cresce e raggiunge quota 6,2 per cento mentre il People’s Party – che continua ad avere un certo appeal nell’elettorato canadese ma che non è stato in grado di far eleggere alcun rappresentante in parlamento nelle ultime due elezioni federali – si attesta al 3,5 per cento.
Con questi numeri, in caso di elezioni anticipate, Poilievre potrebbe formare un governo con una larghissima maggioranza parlamentare, mentre liberali e ndippini sarebbero relegati al ruolo di opposizioni marginale e quasi ininfluente.
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