TORONTO – “Una volta che una studentessa frequenta il liceo ‘Madonna’, resterà sempre una ragazza del ‘Madonna’ ”. Sembrerebbe una conclusione ovvia da trarre, se gli unici studenti della scuola sono biologicamente femmine, indipendentemente dalla razza o dall’origine etnica.
Alcuni genitori preferiscono mandare le loro figlie in scuole [licei] femminili solo perché le vedono come luoghi sicuri in cui crescere dall’adolescenza all’età adulta. Tanto meglio, per loro, se l’ambiente accademico trae ispirazione da un’icona religiosa da cui prende il nome.
Sostengono che i valori culturali sviluppati in questi luoghi sottolineano le questioni motivazionali (“sforzarsi di raggiungere un traguardo”) e il riconoscimento degli obiettivi raggiunti (“donne che raggiungono l’eccellenza”). Madri e padri prendono queste decisioni per le loro figlie. La Legge dice che sanno cosa è meglio per la loro prole.
Se sei un Direttore dell’Educazione “iper woke evangelico” (ciao Brendan Browne), che si crede l’epitome di una leadership woke, sensibile ai pronomi e al cambio di genere, tali conclusioni potrebbero essere, o sono, offensive. Non può esserci spazio per il concetto di “sorellanza”, neppure in una scuola femminile.
Né ci sarebbe la “fratellanza” in una scuola di soli maschi. Tale terminologia deve essere sradicata dalla tradizione e dall’uso per paura che possa offendere la folla della controcultura che il Direttore è orgoglioso di portare avanti.
Idem per eventuali riti religiosi e rituali associati alla frequenza di una scuola religiosa (cattolica). Una preghiera di affermazione della fede o l’esecuzione del segno della croce può essere offensivo per un potenziale non cattolico nella scuola, anche se la cultura della scuola può essere la ragione motivante della sua frequenza. Più precisamente, potrebbe essere il motivo per cui i loro genitori hanno scelto la scuola per le loro ragazze/ragazzi.
A partire da febbraio, e pare che l’ordine sia arrivato dall’ufficio del Direttore, non c’è più stato l’obbligo di alzarsi in piedi per la preghiera o di fare il segno della croce. Le Madri/ex Alunne di Madonna hanno reagito prima con preoccupazione poi con rabbia.
Come ha detto una madre, “rispettate il diritto delle nostre figlie di essere cattoliche in una scuola cattolica”. La cappellana è stata “cacciata via” ed è stata sostituita da una dello staff di “Equità e Inclusione”. L’affermazione di genere nel curriculum è diventata più importante. Le riunioni programmate del club ex Alunne/”PTA” (circolo dei genitori e degli insegnanti) sull’argomento sono state ripetutamente annullate dal preside.
Le madri si sono lamentate del fatto che “le [loro] ragazze ora si sentono intimidite dal clima della scuola”. Affermano, “che ora c’è un ‘predatore’ che cerca di trasformare le ragazze in diplomate non binarie (non eterosessuali)”. Come possiamo impedire agli “addestratori” di diffondere la loro “m****” tra le nostre ragazze? I membri del club ex Alumne/”PTA” hanno chiesto: “dov’è il nostro diritto di togliere questo dal curriculum?” Questa “segnalazione di virtù” politica deve finire, ripetono con veemenza.
Le Madri si sono ora rivolte agli avvocati e all’attività politica per non far eleggere la Rizzo. Cambiare l’amministrazione potrebbe essere un po’ più difficile. La Soprintendenza competente nel frattempo ha disposto la rimozione di tutte le “esibizioni” che fanno riferimento a “donne che aspirano/o raggiungono l’eccellenza”, comprese le magliette e gli accessori che le ex Alunne utilizzano per raccogliere fondi.
Sostengono che la loro fiduciaria, Maria Rizzo, non risponde e quindi è complice. Il Corriere Canadese ha inviato delle richieste al TCDSB e all’amministrazione per chiarimenti sulle decisioni politiche e sul processo. Hanno risposto tre fiduciari. Uno ci ha indirizzato all’ufficio di Brendan Browne, gli altri hanno detto “non riceverete risposta”.
È interessante notare che, per contestualizzare, nell’aprile del 2022, StatsCan ha riportato che il censimento del 2021 ha rilevato che solo uno su 300 canadesi di età superiore ai quindici anni si identificava come non eterosessuale. In altre parole, un terzo dell’uno per cento (0,0033%). Ci sono 700 ragazze in quella scuola. Inoltre, per quel che vale, i non cattolici, per legge, possono frequentare le scuole superiori cattoliche previo accordo di rispettare le regole di frequenza – nel rispetto del diritto dei cattolici di praticare la propria fede.
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