Canada

Interventi chirurgici,
ancora lunghe code

TORONTO – Gli ospedali di tutto il Canada stanno eseguendo interventi chirurgici vicini ai livelli pre-pandemia, ma molti pazienti, a causa dell’arretrato creato dal Covid-19, continuano ad affrontare tempi di attesa più lunghi di quelli raccomandati. È quanto emerge da un nuovo rapporto del Canadian Institute for Health Information.

Il rapporto, pubblicato ieri, ha esaminato le sostituzioni del ginocchio e dell’anca, gli interventi di cataratta e gli interventi di cancro eseguiti nel 2019 rispetto a quelli condotti nel 2022.

Sono stati migliaia di interventi di sostituzione articolare e di cataratta annullati o posticipati quando il Covid-19 si è fatto strada prepotentemente nel Paese.

“Interventi come le sostituzioni del ginocchio e dell’anca e la cataratta sono ciò che chiamiamo interventi chirurgici programmati e dal momento che non mettono a rischio la vita delle persone, sono stati rimandati durante la pandemia – ha affermato Tracy Johnson, direttore dell’analisi del sistema sanitario presso il CIHI – anche se questi disturbi causano dolore ai pazienti, sono il genere di operazioni che occorreva rimandare, specialmente durante la prima fase della pandemia”.

Il problema è che l’arretrato di procedure chirurgiche che si è venuto inevitabilmente a creare non è stato ancora smaltito. “I dati più recenti mostrano che nonostante il numero mensile di interventi chirurgici programmati si stia avvicinando ai livelli pre-pandemia non è ancora sufficiente per eliminare l’arretrato e migliorare i tempi di attesa – si legge nel rapporto CIHI – risulta evidente che il recupero è stato più difficile per gli interventi di sostituzione articolare, che vengono eseguiti principalmente nelle sale operatorie degli ospedali, piuttosto che per gli interventi di cataratta, che possono essere condotti nelle cliniche della comunità”.

Il tempo di attesa più lungo consigliato per le protesi di ginocchio e anca è di sei mesi ma tra aprile e settembre del 2022, solo la metà dei pazienti canadesi ha subito un intervento di questo tipo entro quel lasso di tempo. Prima della pandemia, invece, circa il 70% delle protesi al ginocchio veniva eseguito entro il periodo raccomandato.

Nel 2022, circa il 57% dei pazienti con protesi d’anca – necessaria nei pazienti con dolore e grave difficoltà nella deambulazione – è stato operato nella finestra di sei mesi raccomandata rispetto al 75% dei pazienti nel 2019.

Un po’ diversa, secondo Johnson, è la situazione per gli interventi chirurgici per i tumori: i tempi di attesa non sono stati così drammaticamente influenzati perché i casi più urgenti hanno avuto la priorità durante il dilagare dei casi di Covid-19.

Tuttavia, durante i primi mesi della pandemia, sono state eseguite circa il 20% in meno di procedure contro il cancro rispetto a prima. “Tali ritardi e cancellazioni hanno creato l’arretrato iniziale – mette in rilievo il rapporto – tra aprile e settembre 2022 la metà dei pazienti che necessitavano di un intervento chirurgico per cancro al seno, alla vescica, al colon-retto e ai polmoni ha aspettato da uno a tre giorni in più rispetto a prima della pandemia. Per i pazienti con cancro alla prostata, il tempo medio di attesa è salito a 12 giorni in più”.

Andrea Seale, ceo della Canadian Cancer Society, ha affermato che è fondamentale per il sistema sanitario ridurre i tempi di attesa. “Un giorno o due potrebbe non sembrare molto, ma lo è invece quando si tratta di cancro perché è una malattia dove non si può aspettare”, ha detto.

Il dottor Thomas Forbes, chirurgo capo equipe presso l’University Health Network di Toronto, ha affermato che il rapporto CIHI è “prezioso” in quanto evidenzia i pazienti più colpiti da arretrati chirurgici. “È davvero uno sforzo a tutto campo nel nostro ospedale e, sospetto, in tutti gli altri ospedali – ha detto – UHN ha ampliato la capacità della sua sala operatoria tra il 110 e il 120% rispetto a prima della pandemia. Ciò significa estendere l’orario di sala operatoria durante la settimana, nonché programmare gli interventi chirurgici nei fine settimana, mentre in precedenza erano limitati alle sole emergenze”.

Nella foto in alto, una sala operatoria (foto di Fernando Zhininaicela – Pixabay)

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