TORONTO – L’ipotesi di un ritorno alle urne anticipato è sempre più concreto. A fare da detonatore a una situazione già esplosiva alla House of Commons è stata la votazione su una mozione non vincolante presentata dal Bloc Quebecois nella quale si chiedeva al governo liberale di attivare gli aumenti del 10 per cento a tutte le pensioni di anzianità (Old Age Security) per i canadesi dai 65 ai 74 anni, sulla falsariga di quanto fatto per i pensionati con più di 75 anni di età.
In pratica la mozione rispecchiava in toto la proposta di legge presentata dal Bloc che è stata posta come conditio sine qua non dal leader autonomista Yves-François Blanchet (nella foto sopra) per il suo sostegno all’esecutivo guidato da Justin Trudeau. Alla Camera si è consumato un clamoroso regolamento dei conti, con la mozione blocchista che è stata sostenuta anche dal Partito Conservatore e dall’Ndp, ma che ha visto il no secco del Partito Liberale. Ma non solo. La proposta di Blanchet ha di fatto spaccato il partito di maggioranza relativa, con cinque deputati liberali che hanno disubbidito agli ordini del primo ministro e hanno votato a favore: si tratta di René Arseneault, Serge Cormier, Mike Kelloway, Ken McDonald e Wayne Long, tutti mp eletti nelle Province Atlantiche dove la media degli over 65 è più alta di quella nazionale.
Il no dei liberali ha mandato su tutte le furie Blanchet: pur non essendo vincolante, un eventuale via libera del governo avrebbe messo il disegno di legge su una corsia preferenziale per l’approvazione, anche perché nell’ultimatum fatto dal Bloc al governo era stata fissata una scadenza abbastanza ravvicinata, il 29 ottobre. Ora, paradossalmente, quella scadenza non esiste più, come ha confermato lo stesso leader blocchista, che ha dichiarato come a suo avviso l’esecutivo non abbia alcuna volontà a cambiare la sua posizione espressa alla House of Commons. “In definitiva – ha dichiarato Blanchet dopo la votazione alla Camera – i liberali adesso hanno solamente alcuni giorni per dare il loro appoggio al nostro progetto di legge, e se non lo faranno, noi inizieremo molto rapidamente a partire dalla prossima settimana a parlare con i leader degli altri partiti per andare alle elezioni”.
Insomma, il conto alla rovescia che doveva concludersi a fine mese è stato azzerato: non si parla più di qualche settimana, ma di pochi giorni.
A questo punto il primo ministro si trova davvero davanti a un bivio: o accettare le richieste di Blanchet, con un costo stimato di 16 miliardi di dollari, o accollarsi il rischio della crisi di governo e delle elezioni anticipate, un’ipotesi che spaventa visto la stato di crisi per i grit certificato dai sondaggi degli ultimi due anni.
I liberali per ora non si sono sbilanciati, e hanno giustificato il voto alla House of Commons un necessario passaggio procedurale.
La capogruppo alla Camera Karina Gould ha sottolineato come “non fosse appropriato legare questa questione alla mozione delle opposizioni”. Il ministro della Sanità Mark Holland ha poi rincarato la dose, affermando che un voto positivo “avrebbe rappresentato un terribile precedente su come usare o non usare un progetto di legge presentato da un deputato delle opposizioni”.
Ma al netto del paravento della forma, resta da risolvere il rompicapo della sostanza: Trudeau ha pochi giorni per decidere, in ballo c’è il suo futuro alla guida del Paese.
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