A ottobre il Parlamento europeo ha respinto i tentativi di mettere al bando l’uso di denominazioni come “hamburger vegano” o “bistecche vegetali”. Il fronte dei prodotti alternativi alla carne, la cosiddetta “fake meat” fatta con proteine vegetali, porta a casa così un’importante vittoria, anche se la decisione Ue non vincola i singoli stati dell’Unione, ancora liberi di decidere se i prodotti chiamati “carne” debbano essere necessariamente fatti con la carne. È probabile comunque che la decisione risulti già superata.
La coltivazione in vasca di cellule di manzo o di pollo – da cui è possibile ottenere carne “vera” senza dover passare per la macellazione di un animale – è molto avanti e i primi ristoranti cominciano già a mettere questi prodotti in menù. Il caso più eclatante però riguarda la carne umana.
Un gruppo di ricercatori nordamericani avrebbe recentemente sperimentato una tecnologia che permette la coltivazione di carne partendo da piccoli campioni di tessuto umano. L’utilizzo del metodo supera l’obiezione vegana al consumo della carne in quanto non comporta la morte e la macellazione di animali.
Secondo i tre studiosi che hanno sviluppato la nuova bistecca umana – i ricercatori Andrew Pelling, Orkan Telhan e l’industrial designer Grace Knight – il consumo “tecnicamente” non rappresenterebbe un atto di cannibalismo…
Il progetto, denominato “Ouroboros Steak”, recentemente presentato al Design Museum di Londra, non avrebbe finalità commerciali e sarebbe inteso principalmente come una sorta di commento ai problemi etici generati dall’utilizzo delle carni cresciute in laboratorio. Tuttavia, è almeno immaginabile che prima o poi un grande campione sportivo o una star di Hollywood decida di monetizzare qualche cellula grattata dall’interno della guancia offrendosi in pasto – è il caso di dirlo – ai fan in cambio di un congruo compenso…