Ontario

Affitti, sanità, dazi: i leader puntano sui temi ‘caldi’

TORONTO – I leader dei principali partiti dell’Ontario in corsa alle elezioni provinciali proseguono il loro tour, annunciando “piani” e promettendo di risolvere i problemi più urgenti e le questioni più “calde” del momento.

La leader dell’NDP, Marit Stiles, ieri era ad Hamilton e Sault Ste. Marie per la sua campagna elettorale: con un tweet su “X”, ha rilanciato uno dei punti principali del suo programma, cioè il sostegno a chi paga l’affitto che in Ontario, ma soprattutto a Toronto, è sempre più insostenibile. “Dopo sette anni con Doug Ford – ha scritto la Stiles – l’affitto è più alto che mai. E la situazione sta solo peggiorando. Trovare un posto nuovo e conveniente è, ormai, quasi impossibile. Gli affittuari meritano un governo che li sostenga e li protegga. Come premier, introdurrò un vero controllo sugli affitti, frenerò l’azione dei ‘cattivi attori’ e costruirò più case in ogni comunità, case che le persone possano permettersi”.

La leader liberale Bonnie Crombie, ieri a Toronto e Thunder Bay, è tornata su un suo cavallo di battaglia: la sanità. “Sistemare la medicina di famiglia sarà la priorità più importante di un governo liberale dell’Ontario: abbiamo un piano completo per garantire che ogni persona in Ontario abbia un medico di famiglia vicino a casa”. Il piano della Crombie si attuerebbe attraverso questi punti: formare, attrarre e trattenere migliaia di nuovi medici di famiglia formati a livello nazionale e internazionale; migliorare la rete dell’Ontario Health Team, utilizzandola per espandere in modo massiccio l’accesso ai medici di famiglia che esercitano in équipe vicine a casa tua entro quattro anni; modernizzare la medicina di famiglia, abolire definitivamente i fax e rendere disponibili gli appuntamenti la sera e nei fine settimana; smettere di penalizzare pazienti e medici se cercano cure negli ambulatori. “Non riuscite a trovare un medico di famiglia. I tempi di attesa sono esplosi. E gli ospedali stanno chiudendo le porte alle persone che hanno bisogno di aiuto”, ha detto la Crombie. “Doug Ford ha deliberatamente distrutto il nostro sistema sanitario e voi e le vostre famiglie ne state pagando il prezzo. E mentre lui è concentrato sulle controversie, io mi concentro su di voi”.

A proposito di Doug Ford, premier uscente e leader conservatore, ieri era a Waterloo in visita a due fabbriche nella regione. È tornato a parlare del tema delle tariffe Usa, forse l’argomento più discusso in questo momento, e ha ribadito che l’Ontario rimane pronto ad adottare misure di ritorsione in caso di dazi statunitensi, inclusa la rottura del contratto da 100 milioni di dollari con “Starlink” di Elon Musk .

Lo ha ribadito ieri in un’intervista con la CNN, quando gli è stato chiesto specificamente della minaccia di “licenziamento” di Musk all’inizio di questa settimana. “Non posso sostenere qualcuno deciso a distruggere la nostra provincia, a togliere il cibo dalle tavole delle persone e a distruggere l’economia”, ha detto Ford.

Com’è noto, lunedì il premier aveva annunciato la rescissione del contratto con “Starlink” e lo stop a tutti gli “affari” con le società statunitensi in risposta alle tariffe minacciate dal presidente americano Donald Trump. Poi, nello stesso giorno – in seguito all’accordo Canada-Usa, “all’ultimo minuto”, per prorogare l’attuazione delle tariffe fino al 1° marzo – ha annunciato che le misure sarebbero state messe in “pausa”. Ieri ha però ribadito che resta sospesa anche la cessazione di ogni rapporto con la società di Elon Musk, che avverrà qualora il presidente degli Stati Uniti applicasse le tariffe del 25% sulla maggior parte dei beni canadesi in entrata negli Usa. Ford ha anche respinto quanto affermato da Trump quando ha sostenuto che gli Stati Uniti non hanno bisogno di importare petrolio, gas, automobili o legname canadese. “Sono rispettosamente in disaccordo. Acquistiamo tante auto quante ne vendiamo negli Stati Uniti. Il settore automobilistico è così integrato che i pezzi possono andare avanti e indietro otto volte”, ha affermato Ford. “L’energia? Ogni giorno vengono spediti negli Stati Uniti 4,3 milioni di barili (di petrolio). Si tratta di 1,2 miliardi di barili all’anno. E per quanto riguarda l’elettricità, l’Ontario mantiene le luci accese per 1,5 milioni di case e aziende a New York, Michigan e Minnesota”.

Infine, il leader del Green Party, Mike Schreiner, ieri ha proseguito la sua campagna elettorale nell’area di Guelph, dove è entrato nei dettagli del suo piano “Grow Ontario” a favore degli agricoltori ed è tornato ad attaccare Doug Ford per il caso-Greenbelt che, mesi fa, costrinse il premier a ritirare gli accordi fatti con alcuni costruttori per edificare in alcune aree verdi protette dell’Ontario.

La campagna elettorale, dunque, prosegue fra proposte e polemiche. Gli elettori andranno alle urne il prossimo 27 febbraio per un’elezione anticipata voluta proprio dall’attuale premier Doug Ford che chiede un “mandato forte” per poter proteggere l’Ontario dall’imposizione delle tariffe americane che, secondo lui, potrebbero comportare la perdita di 500.000 posti di lavoro nella provincia.

(Foto: Elections Ontario)

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