Il Commento

Tory si è dimesso:
perché proprio adesso?

TORONTO – John Tory, ora ex sindaco di Toronto, ha rassegnato le dimissioni  venerdì in quello che sembrava essere un annuncio/conferenza stampa messo insieme frettolosamente.

Per quelli con la memoria corta, il signor Tory ha vinto le elezioni tenutesi lo scorso 24 ottobre (tre mesi fa) con un margine così ampio che avrebbe potuto anche essere acclamato.

All’epoca, c’erano almeno due questioni che avrebbero potuto servire da “campanello d’allarme” per chiunque si occupasse di etica e correttezza democratica nel governo. Uno, il signor Tory era stato/ha continuato a essere remunerato per la sua posizione in uno dei consigli di amministrazione del conglomerato mediatico Rogers, mentre percepiva uno stipendio come sindaco di Toronto. Alcuni lo consideravano un conflitto di interessi e inappropriato. Due, la Provincia (Premier Ford) stava proponendo una legislazione sul “sindaco forte” per due città dell’Ontario, una delle quali era Toronto.

Successivamente, è stato rivelato che il signor Tory ha “fatto pressioni” per la legislazione che gli avrebbe consentito [il sindaco] di aggirare il Consiglio se avesse potuto contare su un terzo (1/3) dei membri del Consiglio. Otto dei 24 consiglieri hanno prontamente dichiarato obbedienza a Tory, rendendolo così praticamente intoccabile in carica.

Per coloro che considerano le “irregolarità sessuali” una causa di licenziamento (dimissioni o “licenziamento”) dovrebbero notare che, in un ambiente woke [nutrito e promosso dal signor Tory], questa è la ragione più improbabile per lasciare l’incarico. Ciò che si fa, come e con chi, può essere salace per pettegolezzi e moralisti, ma non è più segno di rettitudine etica o mancanza della stessa in carica.

Ci sono molte prove aneddotiche tra funzionari eletti e non eletti al municipio [… e altrove…] per sostenere questa realtà. Quindi, la domanda nel titolo suggerita da uno dei nostri giovani collaboratori rimane valida e intrigante. Questo è, era e dovrebbe essere un problema tra il signor Tory e sua moglie. Per sua ammissione, non è di recente avvenimento. Potrebbe essere pentito e la sua famiglia perdonare ma le sue dimissioni hanno l’effetto di rendere tutti consapevoli che non tutto va bene in casa Tory.

Inoltre, la messa in onda pubblica di una questione personale ha i segni di una strategia deliberata per “impostare la narrazione” per qualcos’altro. Qualcosa che ci riguarda tutti. Che cosa? Con buona pace dei suoi stretti familiari, l’ipotesi – e finora è solo quella – che rimbalza tra i conoscitori che hanno contattato il Corriere è che si tratti di qualcosa di ben più grande. Le persone “aspettano che cada l’altra scarpa”.

Nella foto in alto, Tory subito dopo la rielezione (dalla sua pagina Facebook)

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