Usa di nuovo interessati
al cambiamento climatico  

TORONTO – La Giornata della Terra, che si celebra oggi 22 aprile, è un evento annuale dedicato alla conservazione del mondo naturale. È una giornata internazionale di attenzione e attivismo per dimostrare il sostegno alla protezione ed alla tutela dell’ambiente.

Quest’anno segnerà un ritorno in prima linea per il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nella lotta al cambiamento climatico. Il presidente Biden ospiterà un Leaders Summit on Climate Change di due giorni che coincide con la Giornata della Terra.

Il 17 aprile, il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato che parteciperà al vertice: Mi congratulo con il presidente Biden per aver convocato questo vertice e non vedo l’ora di condividere come il Canada abbia lavorato per combattere il cambiamento climatico, proteggere il nostro ambiente e far crescere la nostra economia”.

La partecipazione al vertice è coerente con la Roadmap for a Renewed US-Canada Partnership. È un modo per entrambi i Paesi di continuare a lavorare per affrontare  la crisi climatica e creare occupazione ed opportunità economiche per le persone.

In tutto, il presidente Biden ha invitato 40 leader mondiali di Paesi che dimostrano una forte leadership sull’ambiente, sono vulnerabili agli impatti climatici o stanno esplorando percorsi innovativi verso le emissioni zero. Oltre al Canada, altri Paesi invitati a partecipare includono: Cina, India, Russia e Giappone. Questi sono anche tra i primi Paesi leader per le emissioni di carbonio.

Secondo il Global Carbon Atlas, una fonte di dati sui flussi di carbonio derivanti dalle attività umane e dai processi naturali, la Cina è il Paese con le maggiori emissioni di carbonio da combustibili fossili. Con una misurazione di 10.175 tonnellate di anidride carbonica (MtCO2) nel 2019, che rappresenta circa il 28,6% delle emissioni globali di carbonio totali.

In termini di numeri totali, è evidente quali Paesi siano tra i maggiori contributori alle emissioni globali. I primi cinque (Cina, Usa, India, Russia e Giappone) sono responsabili di oltre la metà delle emissioni totali di carbonio del mondo, ossia il 60%.

I Paesi condividono alcune caratteristiche simili. Le nazioni sono sia economicamente sviluppate che industrializzate.

Nel corso degli anni, l’accensione di combustibili fossili ha portato ad un accumulo di emissioni. Sia l’industrializzazione che l’urbanizzazione contribuiscono all’aumento del carbonio presente nell’atmosfera.

I leader internazionali hanno in questi anni modificato e potenziato i loro sforzi per ridurre le emissioni di carbonio. Ora propongono di attuare politiche a sostegno di un ambiente più pulito.

Il vertice è un grande passo per gli Stati Uniti, che, sotto la precedente presidenza, si erano allontanati dalla cooperazione globale sull’azione per il clima. Ora, questa è una rinnovata opportunità per i Paesi di riunirsi a discutere dei modi in cui i settori pubblico e privato possono muoversi verso una transizione “zero- netto” e aiutare i Paesi vulnerabili che subiscono un impatto maggiore dai mutamenti climatici.

L’esplorazione di nuove tecnologie che aiutano a ridurre le emissioni e mantenere l’aumento delle temperature globali ad un tasso inferiore a 1,5 gradi Celsius potrebbe essere il punto di svolta nella battaglia mondiale contro i mutamenti climatici.

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