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8 Marzo 2024: la parità uomo-donna è ancora lontana, soprattutto in Italia dove la premier Giorgia Meloni è un’eccezione

TORONTO – Oggi è la Festa della Donna, ma qual è la condizione della donna, in Italia e nel mondo, oggi? Secondo i dati disponibiili più recenti, sono ancora tante le emergenze di tipo sociale, economico e culturale che riguardano le donne.

In Europa, per esempio, il Gender Equality Index 2023 dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere mostra che la strada da percorrere è ancora lunga. L’indice si basa sulla performance dei Paesi dell’Ue in sei categorie: lavoro, denaro, istruzione, tempo, potere e salute. Il grafico (in alto) elaborato da Statista e pubblicato da Money.it è molto chiaro a questo riguardo: mentre la Svezia è in cima alla classifica sull’uguaglianza di genere, il valore medio dell’indice per l’intera Unione mostra quanto lentamente procede lo sviluppo. E l’Italia, in particolare, sembra particolarmente indietro insieme a Portogallo ed altri Paesi e comunque sotto Spagna, Francia e Germania che si dimostrano più avanzate.

Nel focus sull’Italia e il mondo del lavoro, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere evidenzia, nei dati raccolti per il 2023, che non c’è ancora parità per le donne nel modo in cui sono inserite nel mondo del lavoro. Questi i dati:
– tasso di occupazione a tempo pieno (%, popolazione 15-89): donne 31%, uomini 51%;
– durata della vita lavorativa (anni, popolazione da +15): donne 27, uomini 36;
– indice delle prospettive di carriera (punti, 0-100, +15 popolazione): donne 52, uomini 56.

Da sottolineare che in tutti e tre i parametri considerati, il dato italiano relativo al mondo femminile risulta più basso della media europea.

Quanto agli stipendi delle donne in Italia, secondo l’osservatorio Inps, nel 2022 le donne hanno guadagnato 8.000 euro lordi in meno rispetto agli uomini nel settore privato. E secondo l’indagine della società di consulenza Odm Consulting, nei primi 9 mesi del 2023 il gender gap sui salari (ovvero la differenza tra retribuzione maschile e femminile) si era attestato al al 10,7%, in linea con quanto rilevato nell’anno precedente. Il divario quindi c’è ed è persistente.

Di conseguenza, a soffrirne è ’indipendenza economica della donna, molto lontana per una su due tra i 15 e i 64 anni.

Interessante è poi la lettura dei dati relativi ai settori nei quali maggiormente sono impiegate le donne. In essi, infatti, si può leggere una vera e propria segregazione femminile. Secondo l’International Standard Classification of Occupations, nel terzo trimestre del 2023 in UE le donne costituiscono la stragrande maggioranza delle persone impiegate in professioni specifiche: assistenti insegnanti 92,6%; segretarie 89,3%; insegnanti della scuola primaria e della prima infanzia 88,2%; professionisti infermieristici e ostetrici 87,5%; colf e aiutanti domestici, alberghieri e d’ufficio 86,5%.

In Italia, tra le persone occupate in attività di istruzione, sanità e assistenza sociale (%, 15-89 occupati), l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere ha evidenziato che nel 2023 il 27% erano donne e solo il 7% uomini.

Come scrive Money.it, “dietro queste cifre si celano pregiudizi culturali che concepiscono la donna come la sola idonea a ricoprire ruoli inerenti l’accudimento, l’insegnamento, la cura e l’assistenza (immagine stereotipata e obsoleta della donna casalinga e maestra). Non è un caso che si parla oggi di una emergenza legata alla significativa sottorappresentanza della donna in studi e settori cosiddetti STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)”.

L’uguaglianza di genere nelle posizioni decisionali in tutta la sfera politica, economica e sociale evidenzia che le donne sono ancora in minoranza, nonstante l’Italia esprima, in questo momento, per la prima volta nela sua storia, una Presidente del Consiglio donna: Giorgia Meloni. In Italia, stando ai dati elaborati dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per il 2023, i divari sono stati così calcolati: quota di ministri 24% donne, 76% uomini; quota di membri del Parlamento 33% donne, 67% uomini; quota di membri delle assemblee regionali/comuni locali 24% donne, 66% uomini. La leader di Fratelli d’Italia, dunque, rappresenta una vera e propria eccezione.

E le donne che non lavorano o non si occupano di politica? L’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere per il 2023 ha raccolto i seguenti dati:
– persone che si prendono cura ed educano i propri figli o nipoti, anziani o persone con disabilità, ogni giorno: 34% donne, 25% uomini;
– persone che cucinano e/o fanno i lavori domestici ogni giorno: 72% donne; 34% uomini;
– lavoratori che svolgono attività sportive, culturali o ricreative fuori casa, almeno quotidianamente o più volte alla settimana: 28% donne, uomini 34%;
– lavoratori coinvolti in attività di volontariato o beneficenza, almeno una volta al mese : 11% donne, 13% uomini.

Concludendo: la parità uomo-donna è una delle conquiste irrisolte del nostro tempo. In ogni ambito, il mondo femminile risulta penalizzato da stereotipi, ignoranza, involuzione sociale, politica, culturale.

ENGLISH VERSION: March 8, 2024: equality men-women in Europe is still far away, especially in Italy where Prime Minister Giorgia Meloni is just an exception

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