TORONTO – Gruppi della criminalità organizzata stanno tentando di “infiltrarsi” nelle agenzie e nei dipartimenti governativi e, in alcuni casi, riescono nell’impresa: lo segnalano alcuni rapporti ottenuti da Global News. Come quello del Criminal Intelligence Service Canada (CISC), che evidenzia che 29 gruppi della criminalità organizzata avrebbero “influenza e accesso” all’interno del settore pubblico, mentre altri 369 gruppi starebbero cercando di ottenere lo stesso risultato.
Il rapporto del CISC rileva che l’“infiltrazione” criminale può aumentare il costo dei progetti governativi fino al 50%, danneggiando allo stesso tempo la fiducia del pubblico nelle istituzioni. L’“infiltrazione” avviene principalmente all’interno dei governi locali e “regionali” e questi gruppi “potrebbero sfruttare i vantaggi di questo accesso per attività criminali interprovinciali od internazionali”. Il rapporto offre uno sguardo sulla portata dei gruppi criminali organizzati che operano in Canada: si ritiene che siano più di 3.000 nel 2022, secondo il CISC.
Ma c’è di più: il Comitato nazionale dei parlamentari per la sicurezza e l’intelligence (NSICOP) ha addirittura osservato che gruppi criminali ed estremisti hanno tentato di unirsi alle forze dell’ordine ed alle agenzie di sicurezza canadesi: alcuni ci sarebbero riusciti.
L’RCMP considera una seria minaccia 14 gruppi criminali organizzati che operano in Canada, sostiene l’NSICOP, capaci di infiltrarsi nella polizia e nelle agenzie di sicurezza. Queste 14 “minacce di alto livello” operano in quattro province: Ontario (6), Quebec (3), British Columbia (4), Alberta (1).
Sebbene il rapporto CISC si concentri sulla criminalità organizzata, da anni si avvertono che gruppi estremisti e nazionalisti che si ispirano al suprematismo bianco stanno tentando di unirsi sia alle forze dell’ordine che alle forze armate canadesi e laddove la motivazione dei gruppi criminali organizzati è in definitiva il profitto, l’infiltrazione estremista ha intenzioni più sinistre: accesso alla formazione, alle tattiche, alle attrezzature, alle armi.
La National Security and Intelligence Review Agency (NSIRA), organismo federale indipendente, ha riferito nel 2022 che il nazionalismo era una questione “attiva” per la CAF e che il ramo di controspionaggio delle forze armate non era attrezzato per affrontare. “La CAF rimane attraente per gli elementi di destra, con una serie di rapporti interni che hanno messo in guardia sull’appartenenza alla supremazia bianca tra i ranghi”, si legge nel rapporto che, però, risulta parzialmente censurato.
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