TORONTO – Dopo aver vinto il Venice Film Festival’s Horizons Extra Strand quest’estate, una categoria per film sperimentali e non convenzionali, il film neorealista retrò Vittoria ha appena annunciato la distribuzione in diversi Paesi importanti. Il film è stato venduto in Francia (Les Films Du Camélia), Giappone (Starcat), Australia e Nuova Zelanda (Palace Films), America Latina, Portogallo, Africa anglofona, Spagna (Sun Distribution/Diamond Films) e Grecia (Filmtrade).
I registi provengono da background straordinari: uno è un documentarista per ARTE a Berlino (Alessandro Cassigoli) e l’altro un ex giornalista di campo per Al Jazeera Television in Medio Oriente (Casey Kauffman). La loro collaborazione e la loro competenza sembrano l’alchimia perfetta per un film basato su eventi reali, che mette in scena i soggetti della vita reale come se stessi. Vittoria interpreta una parrucchiera di Napoli che è ossessionata dall’avere una figlia, nonostante sia madre di tre figli maschi. La sua decisione di adottare minaccia il suo matrimonio con un marito altrimenti devoto e la mette su un percorso pieno di rischi, insieme alla sua bussola morale.
Ma non è un documentario ibrido, dicono i registi. È tutto nel copione. “L’intera sceneggiatura è scritta, basata sulla storia di questa famiglia. Non ci sono eventi della vita reale o momenti osservati senza interferire. Solo persone vere che rivivono le loro esperienze”, hanno spiegato in un’intervista a Variety. Marilena Amato e Gennaro Scarica, le star del film e la coppia nella vita reale, non hanno recitato i dialoghi della sceneggiatura, ma hanno parlato il loro dialetto nelle scene.
I registi hanno sottolineato che i loro attori “non hanno mai imparato le battute e non hanno mai letto la sceneggiatura. La sceneggiatura era qualcosa più per noi per capire lo svolgersi del film. Anche i dialoghi erano scritti. Ma loro parlano in dialetto napoletano”. Le riprese, tuttavia, non sono state prive di disaccordi. Marilena e Gennaro avevano la licenza creativa per correggere le interpretazioni errate della loro storia.
“Ecco perché le prove erano così importanti. Potevano raccontarci i loro problemi e poi noi potevamo valutare. Se non capivano quello che avevamo scritto, forse non era così che vedevano il mondo in generale. Allora ci tiravamo indietro. Adattavamo costantemente la sceneggiatura in base a quelle prove”, hanno spiegato Cassigoli e Kauffman. Gli appassionati di classici neorealisti come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, Roma città aperta di Roberto Rossellini e Ossessione di Luchino Visconti, apprezzeranno il fatto che Vittoria affronti lo stile cinematografico con il suo tocco unico: usando attori non professionisti per portare in scena la propria storia, in un formato sceneggiato.
Vittoria è stato prodotto da Lorenzo Cioffi per Ladoc, Giorgio Giampà per Zoe Films e Nanni Moretti per Sacher Films. In Italia il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche da Teodora.
Nelle foto: una scena del film e la locandina (immagini per gentile concessione di Zoe Films)
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix