TORONTO – Il governo federale ha lanciato a Canada Post – che sta affrontando sfide finanziarie significative – un’ancora di salvezza. Un aiuto che tradotto in termini pratici significa la disponibilità di finanziamenti rimborsabili fino a 1,034 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2025-26. È quanto dichiarato dalla stessa Crown Corporation.
L’erogazione arriva solo due mesi dopo che Canada Post ha segnalato ingenti perdite finanziarie nel terzo trimestre, con il servizio postale nazionale che ha registrato una perdita prima delle imposte di 315 milioni di dollari causata da un calo dei ricavi e dei volumi dei pacchi. Rispetto all’anno precedente i ricavi dalla spedizione di pacchi di quel trimestre erano scesi del 5,8 percento mentre i volumi erano diminuiti di sei milioni di plichi, ovvero del 9,6 percento.
Nel comunicato stampa che annunciava il finanziamento, la società ha affermato che il denaro di Ottawa avrebbe aiutato a continuare ad operare ma non sarebbe stato di supporto per i suoi problemi strutturali. “Tuttavia, fornirà un ponte finanziario temporaneo mentre Canada Post e il governo lavorano insieme a un piano per garantire la fattibilità a lungo termine di un servizio che milioni di canadesi considerano essenziale”, si legge.
Che Canada Post navighi in cattive acque dal punto di vista finanziario, non è un segreto. Dal 2018, la Corporation ha registrato perdite annuali che imputa ai “cambiamenti nei settori della consegna postale e dei pacchi, dai costi del lavoro e dalle ‘misure normative’ che le impediscono di evolversi e competere con altre aziende”.
“Per far fronte ai costi crescenti, Canada Post negli ultimi anni ha dovuto attingere alle riserve di cassa – si legge nel comunicato – il rapporto annuale del 2023 ha anche mostrato che senza la misura di finanziamento annunciata da Ottawa, la società avrebbe esaurito completamente le sue riserve di cassa entro il secondo trimestre del 2025”.
Il finanziamento di Ottawa arriva anche un mese dopo la fine di uno sciopero dei lavoratori di Canada Post, che sono stati costretti a tornare alle proprie mansioni dal Canada Industrial Relations Board (CIRB) su richiesta del ministro del Lavoro Steven MacKinnon.
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