TORONTO – È doveroso congratularsi con il nuovo sindaco, Olivia Chow, per la sua vittoria. A nome del Corriere Canadese, che le ha fornito una prima opportunità di intervista nella sua corsa 2014, la plaudo e le auguro ogni bene.
Tutti gli altri candidati meritano un riconoscimento per il loro contributo al processo democratico, alcuni più di altri. Mentre il conteggio ufficiale dei voti non sarà certificato fino al 28 giugno (oggi), il fatto è che c’è stato un aumento del 10% nell’affluenza alle urne rispetto allo scorso ottobre 2022. L’aumento da solo dovrebbe suggerire un maggiore interesse per l’impegno civico. Vedremo.
Dal punto di vista dell’interesse umano e della prospettiva socio-culturale, nessuno dei primi tre votanti era “maschio bianco eterosessuale”. In effetti, tutti e tre sono prodotti della “comunità di immigrati”, che rappresentano tre diversi sottogruppi razziali a Toronto, partiti dall’ultimo gradino della scala. Complimenti a tutti loro!
Significa che, nonostante i lamenti dei “belati” nella nostra città, il merito ha ancora un ruolo nel dove si finisce. C’erano 102 individui che erano disposti a sottoporsi al test rispetto a quello standard. Ovviamente non potevano emergere tutti vittoriosi. Il pubblico è un osservatore attento ed esigente: solo 13 su 102 hanno ricevuto più di 1.000 voti; insieme hanno rappresentato il 97,41% del totale dei voti espressi.
Una sovrapposizione dei voti sulla mappa della città potrebbe ben suggerire che Toronto stia iniziando a stancarsi dell’esperimento di fusione che ha visto l’eliminazione dei “borough” (sobborghi – cittadine) autonomi – Etobicoke, East York, North York, York, Scarborough e Toronto – in favore di una Toronto unificata. I primi due candidati sembrano aver fatto affidamento su un supporto che indica geograficamente decisioni a favore degli “interessi” dei “downtowners” (cittadini a sud di Bloor St.).
L’elezione ha infine sollevato la questione degli impatti negativi delle piste ciclabili sui trasporti e sul commercio della città. Ha anche sottolineato la presenza sempre più evidente di “beffardo” e comportamenti violenti all’interno dei nostri confini comunali, il decadimento delle nostre infrastrutture e la crescente indifferenza del Comune e della sua burocrazia nei confronti delle preoccupazioni della cittadinanza.
Può sembrare meschino, ma il primo saluto che si sente nei messaggi registrati – perché nessuno risponde ai telefoni negli uffici governativi – è una variante di “se alzi la voce o sei scortese con me, la chiamata verrà immediatamente interrotta”. Se un cittadino chiama il municipio, per un servizio, probabilmente questa non sarà l’accoglienza prevista.
Nonostante la sua presunta connessione e vicinanza alla gente, il nostro governo municipale potrebbe anche trovarsi in un altro paese forestiero.
La nostra “speranza” (per ripetere uno slogan emerso nella campagna elettorale) è che il sindaco Chow riunisca una squadra per guidare la città attraverso questo momento molto difficile della nostra storia prima di voltarci verso l’interno.
Nella foto in alto, la nuova foto di copertina della pagina Twitter di Olivia Chow (@oliviachow), nella quale campeggia la parola “hope”, speranza, usata spesso in campagna elettorale dalla vincitrice delle elezioni di Toronto