Canada

Veicoli elettrici: sì, ma dove li ricarichiamo?

TORONTO –  Fra gli obiettivi del governo federale per il futuro, ce n’è uno che sembra irraggiungibile: entro il 2035, tutte le nuove auto dovranno rispondere al requisito “emissioni zero”, cioè essere elettriche. Lo ha annunciato, l’altro ieri, il ministro dell’Ambiente, Stephen Guilbeault, glissando su un particolare non irrilevante: in Canada non ci sono sufficienti stazioni di “ricarica”, necessarie per far viaggiare queste macchine.

Natural Resources Canada stima infatti che il Canada avrà bisogno tra 442.000 e 469.000 punti di ricarica pubblici entro il 2035. Peccato che ci siano soltanto, attualmente, 10.425 stazioni di ricarica e 25.246 porti di ricarica in base ai dati del “localizzatore di stazioni di ricarica elettrica e rifornimento alternativo”. E questo è un grande problema per Brian Kingston, presidente e amministratore delegato della Canadian Vehicle Manufacturers’ Association: “Abbiamo bisogno di un numero significativamente maggiore di ricariche pubbliche e di ricariche residenziali con più unità in tutto il Paese se vogliamo arrivare all’elettrificazione al 100% nel 2035”, ha affermato in un’intervista.

Il ministro, presentando l’iniziativa “zero emissioni entro il 2035”, ha però glissato – dicevamo – gettando acqua sul fuoco: “C’è ancora bisogno di sistemi infrastrutturali, per [viaggi] attraverso il Paese, per distanze più lunghe. Ma in generale, la maggior parte dei proprietari di veicoli elettrici si ricaricherà a casa”, ha detto Guilbeault.

Tra l’altro, come riferisce la CBC, ad agosto, un rapporto ha rilevato che meno di un caricabatterie su cinque finan ziato dal governo federale era operativo. “C’è un grande divario tra ciò che abbiamo attualmente e ciò che è richiesto”, ha affermato ancora Kingston. “E se vogliamo raggiungere questi obiettivi di vendita molto aggressivi, dobbiamo vedere una massiccia realizzazione di infrastrutture di ricarica”. Kingston ha aggiunto che secondo lui è un compito del governo federale. “La responsabilità principale di questa infrastruttura in questo momento spetta al governo federale, e la ragione di ciò è che stanno regolamentando la vendita di questi veicoli e stanno stabilendo questi obiettivi”, ha detto.

Ma Josipa Petrunic, presidente e amministratore delegato dell’organizzazione no-profit Canadian Urban Transit Research & Innovation Consortium, non la vede in questo modo. “In verità il contribuente ha già ‘costruito’ abbastanza”, ha detto. “Questa è al 100% una questione di settore”, e ha aggiunto che il settore automobilistico dovrebbe guidare l’operazione perché dispone di tutti i dati su dove sono necessari i punti di ricarica e dove saranno necessari in futuro. “Sono loro che devono iniziare ad innovare per vendere un’auto con il servizio di ricarica, proprio come ha fatto Tesla”, ha sottolineato, precisando che vede un ruolo federale più ampio nella costruzione di infrastrutture nelle comunità settentrionali, indigene e rurali che dovranno, queste sì, essere sovvenzionate dallo Stato, “questo ha senso”, ha aggiunto.

Al momento non esiste un unico organismo che stia implementando l’infrastruttura di ricarica pubblica o decidendo dove posizionare i “caricabatterie” a livello nazionale, mentre gli stessi “caricabatterie” vengono finanziati attraverso una combinazione di governi federali, provinciali, territoriali e municipali, nonché del settore privato, soprattutto nelle grandi aree urbane.

C’è poi un altro problema che riguarda la ricarica delle auto elettriche “a casa”, come dice il ministro dell’Ambiente. L’adeguamento di condomini e condomini per renderli adatti ai veicoli elettrici, infatti, può costare da centinaia a migliaia di dollari se i trasformatori che alimentano il complesso devono essere aggiornati, ha affermato Olivier Trescases, professore all’Università di Toronto e titolare della cattedra di ricerca canadese sui convertitori elettronici di potenza. “Dipende davvero dalla capacità dell’edificio di avere la capacità elettrica, quindi il caso peggiore è se tutti si ricaricano contemporaneamente mentre gli impianti di condizionamento sono in funzione e così via”, ha detto.

Insomma: quella dei “veicoli solo elettrici a partire dal 2035” sembra essere solo una bella favola. Bella, ma favola.

Foto di (Joenomias) Menno de Jong da Pixabay

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