TORONTO – Una valanga conservatrice accompagnato da un tracollo liberale. Anche l’istantanea scattata ieri da Innovative Research conferma la tendenza degli ultimi mesi messa in luce sondaggio dopo sondaggio nei rapporti di forza tra i partiti a Ottawa.
Secondo l’indagine demoscopica, se si votasse in questo momento i tory raggiungerebbero quota 40 per cento, mentre i grit non andrebbero oltre il 26 per cento, con a seguire i neodemocratici al 19 per cento e il Bloc Quebecois, che ovviamente si presenta solo nella provincia francofona, al 7 per cento. Ma queste percentuali non sono in grado di catturare compiutamente il divario che esiste tra in due principali partiti, perché il gap diventa davvero abissale solamente se si va a calcolare la distribuzione dei seggi nella House of Commons.
Ebbene, facendo questo calcolo si scopre come, secondo Innovative Research, il Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre conquisterebbe qualcosa come 217 distretti, contro gli appena 59 del Partito Liberale del primo ministro Justin Trudeau. Anche l’Ndp di Jagmeeth Singh uscirebbe ridimensionato dalle urne, con 22 deputati, mentre il Bloc di Yves-François Blanchet conquisterebbe 38 circoscrizioni federali in Quebec.
Solamente due primi ministri, nella storia canadese, poterono contare su una maggioranza parlamentare così ampia. Si tratta di John Diefenbaker, che alla guida del Progressive Conservative nelle elezioni del 1958 portò in parlamento 208 deputati su 265 totali, e di Brian Mulroney che nella tornata elettorale del 1984 sbaragliò i liberali e portò alla Camera dei Comuni 211 mp su 282.
Anche a livello regionale, i rapporti di forza tra i conservatori e i liberali sono nettamente a favore dei primi, che si trovano in vantaggio in tutte le Province canadesi, ad eccezione del Quebec, dove in questo momento il primo partito nelle intenzioni di voto degli elettori è ancora una volta il Bloc Quebecois.
Insomma, anche nei sondaggi non si chiude positivamente il 2023 per Trudeau, che si trova davanti alla titanica impresa di invertire al tendenza per l’anno prossimo. Il tempo stringe: se dovesse reggere il traballante patto di legislatura con i neodemocratici, l’appuntamento per il voto sarà il 25 ottobre 2025.