È facile dimenticare che la severità di costume dei paesi islamici è spesso – se non sempre – storicamente recente. Ciò comprende anche il rispetto per il noto divieto imposto dall’arte islamica di raffigurare la persona umana, tuttora molto più onorato all’interno delle moschee che per strada.

La tragica locandina sopra – dove mancano vistosamente burqa, hijab, velo e altro dell’armamentario di molte donne arabe d’oggi – pubblicizzava un grande successo cinematografico mediorientale del 1961: Yom Min Omri (A Day of My Life). La produzione egiziana – all’epoca l’Egitto era il terzo produttore di film al mondo – si rifaceva esplicitamente a Vacanze Romane (Roman Holiday), del regista americano Willam Wyler.

Il film americano uscì nel 1953. Con Gregory Peck protagonista maschile, lanciò la carriera dell’attrice Audrey Hepburn, nonché la reputazione internazionale della Vespa, la due ruote – fino ad allora poco conosciuta nel mondo – sulla quale i due attori girano per Roma.

Il copione egiziano ricalca pedissequamente la trama americana. Due giornalisti egiziani, Salah e Younes, ricevono l’incarico di seguire la notizia dell’arrivo nel Paese di Nadia, la figlia di un arabo ricchissimo. Intanto Nadia, dopo aver scoperto che sta per essere obbligata a sposare il fratello della matrigna, fugge e incontra casualmente i due giornalisti, che non la riconoscono subito. Il primo dei due, Salah (il “Gregory Peck”), le fa passare una magnifica giornata di libertà al Cairo e i due s’innamorano. È solo a quel punto che le trame si separano.

In Vacanze Romane, la Principessa Anna (Hepburn) – intrappolata dai doveri di stato e verso suo padre, il Re – si separa molto a malincuore da Joe Bradley (Peck), il giornalista di cui si è innamorata. Nella versione egiziana invece, il padre di Nadia decide di lasciare alla figlia la scelta di sposare l’uomo che ama.

Per dire, è il copione arabo che premia la fuga per la libertà della ragazza, non quello americano.

Yom Min Omri ebbe un successo strepitoso in tutto il Medio Oriente: la colonna sonora e la pellicola stessa – pure su altri supporti – sono ancora largamente disponibili in molti paesi islamici, dove il film in bianco e nero è guardato con lo stesso tipo di nostalgia suscitata dall’originale americano.

Il mondo è forse ancora più “vario” di quanto pensiamo…

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