Immigrazione

Un ciondolo per esorcizzare
la paura del non ritorno

Iniziamo oggi, con questo articolo di presentazione scritto dalla professoressa Anna Ciardullo Villapiana, la pubblicazione di una serie di articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portati con sé nel viaggio, spesso doloros e difficile, dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove”, al quale stanno lavorando la stessa Villapiana con i professori Stella Paola e Gabriele Niccoli.

TORONTO – “Mi regalarono un ciondolo, lo indossai e divenne una seconda pelle, divenne un simbolo, forse era quella maschera che avrei dovuto indossare giorno dopo giorno, per esorcizzare le paure del mio viaggio, del non ritorno, forse erano quelle catene che pendendo reggevano tre gemme, ricordandomi il motivo per cui vivevo qui. Ma quando lo indossavo mi sentivo nuda. Ciondolava sul mio corpo come una barca sull’Atlantico”.

Sono queste le mie parole riferite al ciondolo (dell’orafo Gerardo Sacco), arrivato a Kitchener nel 2014 da Amantea, Cosenza, che ho ricevuto in dono dalle mie sorelle. Proprio io che ho vissuto sulla pelle la pena del distacco, lo stupore del viaggio e il privilegio di abitare in una realtà sociale diversa da quella che ho lasciato, prima di raccontare poeticamente la storia degli altri, ho voluto raccontare la mia, la storia di una giovane donna che parte dal suo paesino, Laurignano, in provincia di Cosenza spinta dall’amore, e si vede metaforicamente nuda, col suo diamante blu, mentre un artista immaginario tinge d’inchiostro i momenti in cui sente che sta per annegare, tra le braccia di un uomo che conosce appena ma che sente di amare, denudata da tutte le sue certezze si guarda a distanza, diciotto anni dopo e apre un dialogo poetico con se stessa, la parte di sé rimasta in Italia interroga quella che è partita.

Un’emigrazione del corpo, evidentemente, ma non dell’anima la mia, che tinge d’inchiostro la storia di chi vive con un occhio rivolto al passato e uno al futuro, lasciando che il presente le scivoli tra le dita.

Bello il tuo sguardo, 
la pelle e il ciondolo
che ciondola sopra i tuoi seni. 
Ti guardo e non ci sei.
Ti tocco qui tra le lenzuola
eppure sei andata via da un pezzo.

Ti ho sepolta tra le parole
masticando notti, le mie notti
di porte aperte e fuochi accesi.
I tuoi sogni i miei risvegli.
Le mie notti stanche 
che si assopivano
tra le cosce umide delle tue sere.

Lo studio poetico “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” è una collezione di componimenti poetici nati da interviste agli emigrati italiani residenti nella zona di Waterloo e Wellington in collaborazione con il professor Gabriele Niccoli (Professore Emerito all’Università di Waterloo) e Stella Paola (docente di scuole superiori presso la WCDSB).

Il progetto fa parte degli studi sulla diaspora voluti dall’ICAP (Italian Canadian Archives Project), di cui il professor Niccoli è condirettore che, con sedi sparse su tutto il territorio canadese, si propone di documentare la presenza degli Italiani in Canada attraverso studi che ne riconoscano il loro autentico contributo alla storia e alla crescita sociale e culturale. L’oggetto diventa pretesto per analizzarsi.

Il racconto poetico che ne deriva verrà pubblicato in un volume di poesie, in edizione bilingue, corredato di foto degli oggetti e cenni sulla particolare storia dei loro custodi.

Progetto che in futuro si propone di ampliarsi in uno spazio poetico riservato anche agli Italiani che vivono in altre città, grazie anche all’interesse che ha mostrato l’Editore del Corriere Canadese, Joe Volpe, che ci ha fornito uno spazio riservato alla sua condivisione.

Oggetti, testimoni muti ai quali viene conferita una voce poetica che ha come scopo di narrare gli aspetti più svariati del viaggio, di chi questi oggetti li ha conservati, li ha restaurati, li ha portati con sé proprio per il loro valore identitario, simbolico o affettivo. E questo valore viene portato alla luce dalle domande acute del professor Niccoli che, avendo dedicato molti anni agli studi sul concetto di Nostos, durante le interviste, riesce a far venire fuori il senso, il vero motivo di attaccamento all’oggetto.

Gli intervistati vengono scelti e contattati dalla nostra community leader, Stella Paola, che mostra entusiasmo e orgoglio nel rivendicare le sue radici Italiane, lo stesso entusiasmo e orgoglio che abbiamo visto brillare negli occhi di molti dei nostri intervistati.

Al resto ci pensa la poesia.

Anna Ciardullo Villapiana

Anna, Stella e Gabriele: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Socia di AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative per la conservazione della lingua e tradizione italiana nella realtà canadese notoriamente multiculturale ed è co-chair della commissione ICAP (Italian Canadian Archives Project) che opera nel territorio di Kitchener (dove Anna vive), Waterloo e Cambridge.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella ed al professor Gabriele Niccoli, professore emerito all’Università di Waterloo, il progetto in questione che, come avevamo annunciato una settimana fa, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale potrà raccontare storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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