Immigrazione

Una macchina del tempo
per fare la pasta

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

CAMBRIDGE – La macchina per pasta manuale apparteneva ad Amelia Bergamo, emigrata nel 1888 a Portogruaro, in provincia di Venezia, e approdata in Brasile.  Qui Amelia ha conosciuto Domenico Nardini, originario di Rimini, si sono sposati, hanno lavorato in campagna, e hanno avuto nove figli. Una caratteristica curiosa di questa famiglia è stata che tutti e nove si sono innamorati e hanno sposato uomini o donne di origine italiana, proprio come i loro genitori.

In uno dei suoi rientri in Italia, nel 1948, Amelia comprò una macchina per la pasta (nella foto in alto) e la utilizzò finché ebbe la forza di lavorare. Per lei non era solo un oggetto, era l’odore della domenica, era il sapore della sua terra, era un mezzo per sentirsi connessa alle sue radici e tramandarne la linfa alle generazioni future. Alla morte di Amelia la macchina per la pasta è stata data in eredità a sua figlia Esmeralda, insegnante, sposa di Waldemar La Pietra (originario di Ottaviano in provincia di Napoli) che l’ha utilizzata ogni domenica, insegnando ai propri figli il segreto per poter cucinare un buon piatto di pasta, che parlasse, con i suoi odori e i suoi sapori, non solo di una terra lontana, ma anche dei suoi figli emigrati che continuavano a voltare il loro sguardo indietro, a innestare usi e costumi del loro paese con rami di culture diverse. Gli emigrati sono querce le cui radici si estendono, i cui rami oltrepassano l’oceano, abbracciano nuove terre, nuove generazioni.

La figlia di Esmeralda, Walkiria, ha infine interrotto la catena di matrimoni italiani nella famiglia, infatti sposò Mauro Carvalho, brasiliano. Ereditò l’oggetto che ha visto ruotare per tre generazioni le mani indaffarate di mamme e nonne che preparavano la cena facendo scivolare con la pasta, tra le dita, i loro anni e i loro ricordi più belli. Così gli spaghetti, le penne e le tagliatelle uscivano per magia da quei fori e c’era sempre lo sguardo sorpreso di un bambino ad osservare, ad imparare un’arte atavica eppure così moderna, ad incipriarsi il naso con la farina, a sventolare il canovaccio come una bandiera. Adesso quel “bambino” si chiama Giulia, suo padre Mauro La Pietra, figlio di Walkiria, ha ereditato l’oggetto e lo ha portato con sé a Cambridge. Mauro, come sua madre, ha interrotto un’altra tradizione di famiglia. Per ben quattro generazioni il passaggio dell’oggetto è stato matriarcale, lui è il primo uomo della famiglia ad ereditarlo.

Mauro è pilota, ha viaggiato per gran parte della sua vita, ha vissuto in undici paesi diversi, ma ovunque si sia trovato non si è mai fatto mancare il gusto di un bel piatto di pasta all’uovo fatta in casa. Mauro ha studiato l’italiano e il suo sogno è quello di tornare a vivere a Ottaviano, paese d’origine di suo nonno, sulle pendici del Vesuvio. “Mia figlia ha dieci anni e non è ancora stata battezzata, voglio farlo a Ottaviano, nella stessa chiesa in cui è stato battezzato mio nonno”, ha detto Mauro commosso.

Mauro La Pietra con la moglie e la figlia Giulia

La quercia dalle nove ghiande, sradicata, che si erge in tutta la sua forza dallo sfondo di un cielo azzurro, è lo stemma di Ottaviano, paese che è stato distrutto più volte dalle eruzioni vulcaniche e dal terremoto, eppure risorge, come fenice, dalle sue ceneri. In questo posto sono passate, in corteo, generazioni di gente illustre, dalla gens Claudia romana a Tommaso D’Aquino, nonno del famoso filosofo e teologo, dagli angioini ai Medici. Un posto perfetto in cui Mauro si affaccia a riscoprire le sue radici e a trarre la forza rigeneratrice dal mito di un vulcano mai spento che illumina o brucia, e coi suoi crateri crea spazi profondi dove raccogliere ceneri tinte di memoria.

Anna Ciardullo Villapiana

Ed ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana, ispirata dalla storia di Mauro La Pietra e della sua famiglia.

Fili di pasta dorata all’uovo
scivolano lentamente tra le mani
come fanno gli anni sulla pelle
e le stagioni.
Il verde vellutato di primavera
si sbriciola a Ottobre e muore d’inverno,
come foglia
su quelle stesse mani che impastano ricordi.
La farina si posa sul canovaccio
e girano, con quella manovella,
le immagini nella mente
di stanze e odori e anni
che io bambino osservo da sempre
con gli occhi rivolti alla madre
e rido felice
mentre continuano a scivolare gli anni tra le mani
come fili di pasta dorata
all’odore inconfondibile di un’eterna domenica.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

More Articles by the Same Author: