Cultura

La storia vera di “Tutto chiede salvezza”

TORONTO – Con la seconda stagione di “Tutto chiede salvezza” ora su Netflix, i nuovi spettatori potrebbero essere inclini a esplorare il brillante lavoro dello scrittore Daniele Mencarelli. La serie è semi-autobiografica e si basa sull’omonimo libro di Mencarelli, che fa parte di una trilogia di romanzi. Il suo primo romanzo, La casa degli sguardi, è stato scritto nel 2018 e ha vinto i premi letterari Volponi e Severino Cesari.

Il terzo e ultimo romanzo di Mencarelli scritto nel 2022, Sempre Tornare, è stato candidato per il Premio dell’Unione Europea per la letteratura. Ma è stato il secondo romanzo di Mencarelli, Tutto chiede salvezza, a fargli ottenere il Premio Strega, il più importante premio letterario italiano, per il quale è stato finalista.

Il romanzo ha persino vinto il Premio Strega Giovani, una sottocategoria di Strega giudicata da adolescenti di età compresa tra 16 e 18 anni, provenienti da oltre 100 scuole superiori in Italia e all’estero. La crescente popolarità e la [sfortunata] riconoscibilità del suo argomento hanno catturato l’attenzione dei dirigenti di Netflix che hanno acquistato i diritti TV, e il resto, una serie meravigliosamente recitata e meritatamente acclamata, è storia.

I lettori, e ora anche gli spettatori della serie Netflix, si sono ritrovati incollati alle dolorose fantasticherie di un paziente ricoverato contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico per una settimana di trattamento e diagnosi. I dettagli della storia si svelano lentamente, introducendo prima il suo debilitato personaggio principale Daniele (interpretato da Federico Cesari), un giovane venditore di aria condizionata che dopo una notte di festa si sveglia in un letto con recinzione in un reparto psichiatrico.

Lo spettatore adotta inevitabilmente la confusione di Daniele come fosse la propria, un espediente perfetto per esplorare i perché e i percome del suo mondo interiore, aiutato ovviamente dalla sua narrazione agonizzantemente depressa ma perspicace. “Non riesco nemmeno ad aprire gli occhi o a chiedere aiuto. Come mai nessuno vede che siamo leggeri come piume. Basta un soffio di vento per farci volare via. A cosa diavolo serve tutto questo?” È in gran parte una storia vera.

A vent’anni, Mencarelli è sopravvissuto a una violenta crisi psicotica dopo essere stato ricoverato in ospedale per una settimana. Il libro è dedicato ai “pazzi di tutti i tempi, inghiottiti dai manicomi della storia”, ma anche ai medici “che hanno messo la scienza nelle mani dell’amore”.

La curiosità, ovviamente, è scoprire esattamente perché Daniele è stato ricoverato in ospedale, poiché il suo ricordo dell’evento è inizialmente confuso. I fan dell’opera gravitano attorno alle proteste filosofiche di Daniele sulla vita, alla sua condanna di quella che percepisce come un’esistenza senza senso, basata sull’ingiustizia sociale che osserva intorno a lui. Se è profondamente depresso, come inizialmente suggerisce un team di dottori, allora la sua depressione sembra essere radicata in un’eccessiva empatia.

Quando gli è stato chiesto se interpretare il personaggio gli avesse lasciato un segno, l’attore Francesco Cesari ha osservato: “Ci sono persone davvero trasparenti che che mettono a nudo la propria anima. Per me è qualcosa che mi ha sicuramente aperto gli occhi e mi ha spinto a cercare queste caratteristiche nelle altre persone”.

Guarda le stagioni 1 e 2 di Everything Calls for Salvation su Netflix

Nelle foto, due scene del film “Tutto chiede salvezza” (immagini per gentile concessione di Netflix)   

Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix

 

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