Immigrazione

Togliere la ruggine,
per una vita nuova

Proseguiamo la pubblicazione di una serie di articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove”, al quale stanno lavorando i professori Anna Ciardullo Villapiana, Stella Paola e Gabriele Niccoli.

TORONTO – L’ICAP (Italian Canadian Archives Project) onora il contributo degli Italiani in Canada attraverso studi svolti in diverse località sia canadesi che italiane con commissioni locali che si occupano di portare avanti dei progetti per poter approfondire il concetto di diaspora. Da co-chair della commissione che opera nella zona di Wellington e Waterloo insieme a Stella Paola, docente, e a Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e condirettore dell’ICAP, abbiamo condotto una serie di interviste nelle zone suddette dalle quali sono nate delle poesie che saranno racchiuse in un volume che pubblicheremo a breve.

Ci siamo concessi delle piccole eccezioni, restituendo poeticamente anche alcune storie di persone non residenti nella nostra area di studio, dovute al forte interessamento degli intervistati.

Così da Toronto abbiamo ascoltato la storia di Franco Misuraca, originario di Aprigliano, un paese calabrese in provincia di Cosenza che lascia l’Italia nel 1961 per dirigersi in Germania, e successivamente parte per la volta del Canada dove rimane dal 1968 al 1975. Poi si dirige in Africa e trascorre cinque anni viaggiando tra Algeria, Somalia e Golfo Persico. Approda a Calgari nel 1980 e infine, nel 1985 si stabilisce a Toronto dove abita da allora.

Franco ha attraversato l’Atlantico tantissime volte per mantenere vivi i rapporti con il suo paese d’origine. A Toronto si è dedicato ad una vita sociale intensa esportando vini e prodotti italiani, gestendo una discoteca e, impegnato nella politica, ha condotto diverse battaglie per difendere la sua identità, la sua eredità culturale e le esigenze della sua comunità.

È stato proprio Franco (nella foto sopra), colpito dall’originalità del nostro progetto, a portarlo all’attenzione di Joe Volpe, direttore del Corriere Canadese, credendo fermamente che sia cosa buona e giusta onorare gli emigrati italiani raccontandone poeticamente le loro storie e condividendole con un pubblico più vasto.

L’oggetto di cui Franco ci ha parlato è un pugnale di acciaio (nella foto in alto) che gli è stato regalato, in giovane età, dal suo caro amico professore, Mario De Pasquale, appassionato di caccia. Il pugnale era coperto da uno strato di ruggine, Franco, pazientemente, lo ha ripulito dandogli nuova vita insieme ad altri oggetti  trovati accanto al mulino in cui l’acqua dei ricordi scorre affettuosa come la sua italianità sotto la patina delle culture diverse in cui si è trovato a vivere.

Oggetti di diversa natura, dai pezzi di artiglieria alle macchine del caffè, dai lumi ad olio alle rose del deserto, che hanno viaggiato in un baule negli anni ottanta e che Franco conserva nella sua casa con cura.

L’emergere dalla ruggine del suo pugnale è chiaramente una metafora della sua identità, lo scoprirsi o il riscoprirsi per quello che è realmente, “una pulitura”, come ha osservato il professor Niccoli, “che va al di là del senso materiale e si permea di spiritualità”, un tentativo di “tornare all’essenza, un po’ come fece Michelangelo con il suo marmo di Carrara quando libera il David e lo restituisce in tutto il suo splendore”. Un David che a Firenze sorvolava col suo sguardo l’intera città, mite, come il pugnale di Franco che non ha mai ucciso alcun animale.

Un’identità, quella di Franco, che, al contrario, poeticamente urla chiedendo di essere liberata dalla patina di ruggine dalla quale è stata coperta, per scoprire appunto la sua essenza e poter superare l’oblio, in qualsiasi terra si trovi a vivere.

Non importa se si tratti dell’Africa in cui nascono le rose per opera del vento o della Germania dove Franco si sentiva depauperato affermando “hanno approfittato della mia bontà, della mia inesperienza!” o infine del Canada dove la sua identità, come vento, soffia sui colori di un’altra bandiera. Il suo tentativo, il suo grido riecheggia, comunque, sempre più forte.

Anna Ciardullo Villapiana

Ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana ispirata dalla storia di Franco Misuraca.

Emergi dalla ruggine!
Rosso sangue
sangue giovane

Non sento le urla
di animali sgozzati
né i passi
né il vento.
La ruggine copre i miei disegni
intrappola la lama
mi soffoca d’oblio.
Liberami!

Vola
sui deserti dove nascono le rose
oltraggiami come un baule
tra le onde
sarò il serpente nel canestro
di un fachiro
mi lascerò incantare dal flauto
delle tue parole
sarò vento di identità che soffia
sui colori di un’altra bandiera.

.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Socia di AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative per la conservazione della lingua e tradizione italiana nella realtà canadese notoriamente multiculturale ed è co-chair della commissione ICAP (Italian Canadian Archives Project) che opera nel territorio di Kitchener (dove Anna vive), Waterloo e Cambridge.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella ed al professor Gabriel Niccoli, professore emerito all’Università di Waterloo, il progetto in questione che, come avevamo annunciato una settimana fa, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale potrà raccontare storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

More Articles by the Same Author: