Canada

Tassi d’interesse al 5 per cento:
record degli ultimi 22 anni

TORONTO – Tassi d’interesse mai così alti in Canada negli ultimi 22 anni. Come era stato ampiamente previsto, la Banca Centrale ha annunciato ieri il rialzo del tasso di sconto dello 0,25 per cento, il decimo ritocco verso l’alto dal marzo del 2022. Ma non è tutto. Secondo alcuni economisti Bank of Canada non ha ancora completato la sua operazione di contenimento dell’inflazione e dopo l’estate sarebbe in arrivo un’ulteriore correzione del costo del denaro, che ieri ha raggiunto il 5 per cento.

Su questo il governatore Tiff Macklem non ha dettato scadenze specifiche. La linea da seguire rimane sempre la stessa: l’inflazione deve tornare sotto controllo, quindi sotto la soglia del 2 per cento, dopo che nell’agosto del 2022 il costo della vita viaggiava sopra l’8 per cento su base annua. Fino a quando non torneremo a questi livelli, Bank of Canada è pronta ad apportare nuove correzioni verso l’alto.

La decisione della Banca Centrale Canadese avrà delle conseguene immediate sulle tasche dei cittadini. Aumenteranno i pagamenti mensili per i mutui a tasso variabile e quelli per ogni forma di prestito bancario come le linee di credito. Inoltre chiunque abbia bisogno di accendere un mutuo andrà incontro a spese nettamente maggiori.

Bank of Canada ha inaugurato la sua politica di rialzo dei tassi nel marzo del 2022, con otto interventi consecutivi, salvo poi fermarsi per cinque mesi all’inizio del 2023. Ora, per il secondo mese consecutivo, è intervenuta sul tasso di sconto.

La decisione di ieri è stata accompagnata da un’analisi della situazione macroeconomica del nostro Paese in rapporto a quella delle altre Nazioni.

“L’inflazione globale – si legge nel rapporto – si sta allentando, con prezzi dell’energia più bassi e un calo dell’inflazione dei prezzi dei beni. Tuttavia, la robustezza della domanda e la tensione dei mercati del lavoro stanno causando persistenti pressioni inflazionistiche nei servizi. La crescita economica è stata più forte del previsto, soprattutto negli Stati Uniti, dove la spesa dei consumatori e delle imprese è stata sorprendentemente resiliente. Dopo un’impennata all’inizio del 2023, la crescita economica della Cina si sta attenuando, con il rallentamento delle esportazioni e la continua debolezza del settore immobiliare. La crescita nell’area dell’euro è di fatto in stallo: mentre il settore dei servizi continua a crescere, il settore manifatturiero si contrae. Le condizioni finanziarie globali si sono inasprite, con rendimenti obbligazionari in aumento in Nord America e in Europa, poiché le principali banche centrali segnalano che potrebbero essere necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse per combattere l’inflazione”.

Il Rapporto sulla politica monetaria (MPR) di luglio della Banca prevede che l’economia globale crescerà di circa il 2,8% quest’anno e del 2,4% nel 2024, seguita da una crescita del 2,7% nel 2025.

“L’economia canadese è stata più forte del previsto, con un maggiore slancio della domanda. La crescita dei consumi è stata sorprendentemente forte al 5,8% nel primo trimestre. Mentre la Banca prevede un rallentamento della spesa dei consumatori in risposta all’aumento cumulativo dei tassi di interesse, il recente commercio al dettaglio e altri dati suggeriscono un eccesso di domanda più persistente nell’economia. Inoltre, il mercato immobiliare ha visto una certa ripresa. Le nuove costruzioni e gli annunci immobiliari sono in ritardo rispetto alla domanda, il che sta aumentando la pressione sui prezzi. Nel mercato del lavoro, ci sono segnali di una maggiore disponibilità di lavoratori, ma le condizioni rimangono tese e la crescita dei salari è stata di circa il 4-5%. La forte crescita demografica dovuta all’immigrazione sta aggiungendo sia la domanda che l’offerta all’economia: i nuovi arrivati stanno contribuendo ad alleviare la carenza di lavoratori, aumentando al contempo la spesa dei consumatori e aumentando la domanda di alloggi“.

“Mentre i tassi di interesse più elevati continuano a farsi strada attraverso l’economia – conclude il rapporto – la Banca prevede un rallentamento della crescita economica, in media intorno all’uno per cento nella seconda metà di quest’anno e nella prima metà del prossimo anno. Ciò implica una crescita del PIL reale dell’1,8% nel 2023 e dell’1,2% nel 2024”.

Nell’immagine in alto, il governatore della Banca Centrale canadese Tiff Macklem (foto Bank of Canada)

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