Canada

Singh alza la voce ma la prospettiva del voto anticipato è molto lontana

TORONTO – Jagmeet Singh è davvero pronto a far cadere il governo sulla questione del Pharmacare? Il leader dell’Ndp, incassato il mandato dalla base neodemocratica alla convention di Hamilton nel fine settimana, ha intenzione di sfidare il primo ministro Justin Trudeau alzando la posta in gioco e cercando di ripetere la stessa operazione architettata lo scorso anno sulla copertura dentistica: porla cioè come conditio sine qua non per il suo sostegno indiretto all’esecutivo liberale. Il primo ministro per poter sopravvivere alla House of Commons ha bisogno dei voti dei deputati neodemocratici e in passato ha fatto parecchie concessioni nel budget federale di fronte alle richieste dell’Ndp. Ma a Ottawa sia tra i liberali che tra i neodemocratici c’è davvero poco voglia di andare alle urne nell’immediato futuro.

L’obiettivo dichiarato del patto siglato dallo stesso Singh e da Trudeau nella primavera del 2022 è quello di garantire la sopravvivenza del governo fino alla scadenza naturale di questa legislatura, prevista per l’ottobre del 2025. D’altro canto i sondaggi parlano abbastanza chiaro: la crisi di governo con l’immediato ritorno alle urne sarebbe un’ipotesi poco allettante per i due partner di governo. In questo momento i liberali sono nettamente indietro rispetto al Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre, che gode di un vantaggio di 13-15 punti percentuali con i quali dovrebbe agevolmente conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. Anche l’Ndp non può tirare troppo la corda, visto che le intenzioni di voto non superano il 18 per cento, con una lieve flessione rispetto al già magro risultato della tornata elettorale del 2021.

Insomma, solo i conservatori spingono per il voto anticipato, mentre volenti o nolenti liberali e ndippini devono sedersi attorno a un tavolo e trovare la quadra. Anche perché il contesto economico non è dei più rosei e il malcontento strisciante verso il governo federale sta aumentando nell’elettorato canadese. La corsa dell’inflazione, i prezzi del carrello della spesa che sono alle stelle, la crisi abitativa, i tassi d’interesse mai così alti negli ultimi vent’anni sono tutti elementi che spingono gli elettori a voltare le spalle a Trudeau. Il primo ministro ha poco meno di due anni per cercare di invertire la tendenza in termini di popolarità, altrimenti si concluderà l’esperienza alla guida del Paese iniziata nel 2015.

In ogni caso l’Ndp si prepara a tutte le evenienze. Singh e la dirigenza neodemocratica hanno confermato che se non si riuscisse ad arrivare a un accordo sul Pharmacare con i liberali, questo tema diverrebbe il punto centrale dell’intera piattaforma programmatica del partito alle prossime elezioni federali. In sostanza l’Ndp spinge per l’introduzione di un sistema nazionale assorbito in tutte le province per la copertura pubblica dei costi dei farmaci, bypassando le resistenze e le divisioni che esistono attualmente tra le singole province e i territori. Esattamente come è stato fatto l’anno scorso per copertura pubblica delle spese dentistiche sulla base del reddito. Resta tuttavia da capire quello che potrà essere il costo per la creazione di un Pharmacare così come pensato e proposto dai neodemocratici, in una fase dove il deficit federale ha sfondato quota 45 miliardi di dollari.

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