TORONTO – Ben prima che con la sua voce rock roca, cantasse a squarciagola questi testi evocativi per l’inno di Italia ’90, Gianna Nannini intratteneva il pubblico globale con il suo pop rock tagliente e melodico – in stile italiano. La sua personalità unica e la sua musica contenevano sempre con sé un messaggio di ribellione, sempre un sussurro di insoddisfazione e una malinconia, che secondo il film ha portato avanti le sue ricerche creative.
Presentato di recente in anteprima su Netflix, “Beautiful Rebel” vede protagonista Letizia Toni nei panni della leggendaria musicista. Proprio come Nannini quando si trasferì per la prima volta a Milano e firmò con l’etichetta discografica Ricordi, Toni sembra essere improvvisamente esplosa sulla scena del cinema italiano – e con una performance assolutamente rovente. È difficile credere che Toni si sia guadagnato il ruolo solo dopo aver gareggiato con duemila candidati in tre lunghe audizioni e senza sapere immediatamente per cosa fosse l’audizione.
“Beautiful Rebel” mantiene un ritmo costante mentre racconta i primi trent’anni di vita di Nannini, compresa la sua infanzia. La tensione aumenta gradualmente tra la Nannini e il padre, ben intenzionato ma severo, interpretato brillantemente da Maurizio Lombardi. Il conflitto iniziale: il dono musicale di Gianna viene messo a tacere dai piani di suo padre di farla diventare una star del tennis. La loro relazione, secondo la sceneggiatura scritta da Nannini, avrebbe ispirato gran parte della sua ribellione adolescenziale. Fortunatamente ciò che il film non fa è diffamare suo padre – o chiunque altro – che durante tutto il percorso [giustamente o no] ha preteso di più dalla cantante. Incontriamo agenti, produttori, amanti e amici che, a turno, esercitano pressioni su Nannini, e nella maggior parte dei casi lo fanno con un genuino sforzo di aiutare.
Nannini soccombe all’abuso di droga, allontana i suoi amici e si oppone ai suoi collaboratori, il tutto mentre dentro di sè soffre sotto di una malattia mentale non diagnosticata.
“Beautiful Rebel” è ben lungi dall’essere un progetto di vanità, poiché l’iconica cantante e i suoi collaboratori creativi non dipingono mai un quadro roseo della sua ascesa alla celebrità – e questo è il fascino di questo film biografico.
Mentre il titolo italiano del film “Sei Nell’Anima” si traduce in “sei nella mia anima”, il titolo inglese di Netflix “Beautiful Rebel” forse afferma un messaggio ancora più grande: vale la pena lottare per il codice della propria anima. Parlando a un’intervistatrice su dove trova il suo coraggio, Nannini ha detto questo: “Perché mi sono sempre ascoltata. Non ascoltando come canto, come fanno molti… ma c’è il detto di non ascoltare ma di sentire davvero. Questo ascoltarsi significa sentire, e allora mi sono lasciata guidare dall’intuito. Sono guidata dall’istinto. Questa è stata la mia vita. Segui il tuo istinto”.
Se non altro, questo film biografico porterà molti italiani a chiedersi quanta anima di Nannini sia contenuta in quell’incantevole testo dell’inno dei Mondiali: “Ma voglio viverla così quest’avventura, senza frontiere e con il cuore in gola”.
Guarda “Beautiful Rebel” su Netflix
Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix