Canada

Piena libertà condizionale
per Marco Muzzo

TORONTO – Piena libertà condizionale. È questa la decisione del Parole Board of Canada che ieri ha accolto la richiesta di Marco Muzzo, che quasi sei anni fa ha investito uccidendoli, tre bambini ed il loro nonno.

Ha atteso pazientemente l’udienza fissata al 9 febbraio nella quale il Parole Board of Canada avrebbe deciso se accogliere o respingere la sua richiesta il 34enne di King City. Ieri, in videoconferenza Muzzo – che indossava una camicia di colore scuro, la mascherina e la visiera protettiva, ha pronunciato per la prima volta i nomi delle sue vittime.

“Il mio cuore sanguina ogni giorno, sapendo che con il mio comportamento ho ucciso i loro tre bellissimi figli Daniel, Harry e Milly e un nonno amorevole e probabilmente fantastico Gary”, ha detto. Parole, queste, che hanno fatto seguito a quelle di Jennifer Neville- Lake, madre dei bimbi che ha poi definito la dichiarazione di rimorso di Muzzo “una sceneggiata”.

“Non l’ho mai sentito dire, io, Marco Muzzo, ho ucciso Daniel Neville-Lake di nove anni, Harrison Neville-Lake di cinque anni, Milly Neville-Lake di due anni e Gary di 65 anni Neville – ha detto – io, Marco Muzzo, sono l’uomo che ha ucciso tutti e tre i figli di Jennifer Neville-Lake perché sono un automobilista ubriaco egoista e irresponsabile”.

Una brutta, bruttissima storia quella della quale Muzzo si è macchiato il 27 settembre del 2015 quando ubriaco alla guida del suo suv ha causato un incidente che è costato la vita a Daniel, Harrison e Milly Neville-Lake e al loro nonno Gary Neville ed ha ferito inoltre la nonna Neriza Neville e la bisnonna Josefina Frias.

“Aveva gli occhi lucidi, barcollava, si è urinato addosso e puzzava di alcol”, è stata la dichiarazione di un agente di polizia presente sul luogo dell’incidente avvenuto all’incrocio di Kipling Avenue e Kirby Road a Vaughan.

Una tragedia immane per la famiglia Neville-Lake che in un batter d’occhio ha perso i propri figli. Una tragedia che poteva essere facilmente evitata, sarebbe bastato un pizzico di buonsenso e responsabilità ma Muzzo, che era appena sceso dal suo aereo privato dopo aver festeggiato l’addio al celibato a Miami, nonostante fosse ubriaco fracido, ha preso l’auto per tornare a casa. Poi lo schianto, le urla, il sangue, la corsa in ospedale. E la morte di tre bimbi e del loro nonno.

Il caso ha colpito molto l’opinione pubblica e ha riacceso le polemiche sulla tolleranza del sistema giuridico canadese verso la guida in stato d’ebrezza.

Nel 2016 il giovane erede di una delle più ricche famiglie del Canada è stato condannato a 10 anni di carcere e 12 di ritiro della patente. Dopo aver ottenuto la libertà vigilata ad aprile dello scorso anno, l’italocanadese – nel cui sangue è stata trovata una quantità di alcol pari a quasi tre volte il limite consentito dalla legge – alla fine del 2020 ha ottenuto altri sei mesi di liberta vigilata.

Quel che però Muzzo desiderava in cuor suo era però la piena libertà condizionale. E per ottenerla ha tenuto un comportamento impeccabile al punto che nel suo ultimo rapporto la Commissione per la libertà vigilata ha osservato che Muzzo dal giorno del suo rilascio non ha violato nessuna delle condizioni ed è “attivamente impegnato” nel suo percorso riabilitativo.

La piena libertà vigilata prevede il divieto di consumare alcol, di frequentare locali dove si consumano alcolici, di avere contatti diretti o indiretti con le sue vittime e di frequentare Brampton o la York Region.

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