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Papa Francesco è tornato alla casa del Padre: il video dell’annuncio

CITTÀ DEL VATICANO – Papa Francesco è tornato alla casa del Padre. Proprio nel Lunedì dell’Angelo, momento in cui i Cristiani celebrano la notizia della Resurrezione di Gesù e, con essa, la speranza di una vita eterna. E proprio dopo una serie di apparizioni pubbliche – che avevano fatto seguito al lungo ricovero al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale – avevano fatto ben sperare. Jorge Bergoglio è morto alle 7:35 di stamani, all’età di 88 anni, probabilmente per un ictus o comunque per un problema cerebrale.

Il cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa, ne ha annunciato la morte (qui sotto, il video), con queste parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.

La scomparsa del Pontefice ha destato profondo cordoglio in Italia ed in tutto il mondo. Fra le prime reazioni, quelle dei vertici della Repubblica Italiana. “Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi”. Con Papa Francesco si riusciva a parlare “con grande semplicità, era come parlare con il proprio parroco. Era una persona con la quale davvero ti sentivi bene, ti sentivi a tuo agio”, ha affermato la premier Giorgia Meloni. Papa Franceso aveva “una grande personalità”, ha aggiunto la presidente del Consiglio. “Questo carattere molto forte che però era sempre accompagnato da un straordinario senso dell’umorismo”.

Cosa succede adesso? A seguito della comunicazione dell’avvenuto decesso del Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 21-40), stasera, lunedì 21 aprile alle ore 20, il cardinale presiederà il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara. Prenderanno parte al rito il decano del Collegio Cardinalizio, i familiari del Pontefice, il direttore e il vice direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano.

Poi, secondo le nuove disposizioni date proprio da Papa Francesco per rendere il funerale del Pontefice più umile e più aderente al Vangelo, il corpo del Papa verrà composto e deposto in una bara semplice, alla presenza del Cardinale Camerlengo e di alcuni prelati. Il feretro verrà traslato a San Pietro, dove verrà esposto per la venerazione dei fedeli. La celebrazione esequiale, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio, si svolgerà con una liturgia solenne ma più essenziale. Il corpo verrà infine tumulato senza le tre bare tradizionali di cipresso, piombo e rovere, lasciando inoltre la possibilità di scegliere luoghi alternativi alla cripta vaticana.

Con la scomparsa di Papa Francesco si apre per la Chiesa Cattolica un periodo di “sede vacante” iniziato con l’accertamento ufficiale del decesso da parte del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che è la figura preposta all’amministrazione temporanea della Santa Sede durante questo periodo, si tratta del cardinale statunitense Kevin Farrell che si è recato presso il corpo del Papa defunto per riconoscerlo e constatare la morte (in teoria dovrebbe anche sigillare gli appartamenti privati, ma Francesco vivendo a Santa Marta non ne aveva). In passato, era consuetudine che il camerlengo chiamasse il Papa tre volte per nome prima di dichiararne ufficialmente la morte; oggi la verifica avviene secondo procedure mediche. Subito dopo, il camerlengo informa il cardinale decano e i cardinali, quindi tutta la Curia. Con la morte del Papa e la sede vacante il segretario di Stato, il cardinal Pietro Parolin, e tutti i capi dicastero, decadono dal loro ufficio, tranne il cardinale camerlengo e il penitenziere maggiore, cardinal Angelo De Donatis, che continua a esercitare le sue funzioni ordinarie. Il governo ordinario della Chiesa è sospeso, e vengono gestiti solo gli affari correnti. La guida temporanea spetta al Collegio dei Cardinali, che però non può introdurre innovazioni o prendere decisioni vincolanti per il futuro.

Il camerlengo assume la responsabilità della gestione economica e amministrativa della Santa Sede e prepara il Conclave. Tra le sue funzioni, anche la supervisione delle esequie del Pontefice. I cardinali residenti a Roma saranno ora riuniti da Farrell in quotidiane Congregazioni Generali con le quali prenderanno Collegialmente le decisioni e potranno anche conoscersi meglio tra loro in vista del Conclave. Dopo la morte del Papa, si osservano nove giorni di lutto ufficiale, detti novendiali. Durante questo periodo vengono celebrate messe solenni in suffragio dell’anima del Papa defunto, culminanti nei funerali pontifici, che saranno presieduti dal decano del Collegio cardinalizio.

Tradizionalmente, il Conclave comincia tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa, per dare il tempo a tutti i cardinali elettori di raggiungere Roma. Tuttavia, Papa Benedetto XVI modifico’ la norma per permettere di anticipare il Conclave nel caso tutti i cardinali siano gia’ presenti. Per il tempo del Conclave i cardinali elettori (quelli che hanno meno di 80 anni al giorno della sede vacante) si trasferiscono nella Domus Santa Marta, dove resteranno isolati fino alla fine delle votazioni.

Intanto, già alle 13 di oggi piazza San Pietro era gremita di gente e sono tanti i giornalisti di tutte le testate del mondo presenti: “…era un Pontefice amato, il Papa della gente normale, uno di noi” è la frase più ricorrente che riassume il sentimento dei fedeli, e non solo, di tutto il mondo.

Foto di Coronel Gonorrea da Unsplash

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