TORONTO – Continuità con la prima parte della legislatura o strappo che potrebbe accelerare il conto alla rovescia verso le prossime elezioni? È questo il bivio davanti al quale si trovano i partiti federali che oggi dovranno eleggere il nuovo Speaker della Camera dopo le dimissioni di Anthony Rota annunciate la scorsa settimana. Sulla carta le votazioni alla House of Commons di oggi non hanno un gran peso sul destino di questa legislatura. Lo Speaker all’interno della Camera assume semplicemente un ruolo di arbitro super partes, senza reali poteri che incidono sul dibattito politico o sulle normali dinamiche dialettiche tra maggioranza e opposizione. Eppure l’elezione del successore di Rota ha assunto un significato che va ben al di là del nome che sarà selezionato. Le opposizioni infatti hanno intavolato una trattativa per capire se si possa trovare un candidato comune sul quale convogliare i voti. Di fronte a un possibile accordo tra Partito Conservatore, Bloc Quebecois e Ndp, il Partito Liberale di Justin Trudeau potrebbe fare ben poco. I numeri parlano chiaro: i liberali possono contare su 160 voti, 10 al di sotto della maggioranza assoluta richiesta per l’elezione dello Speaker. I conservatori alla House of Commons possono contare su 119 mp, il Bloc su 32 e i neodemocratici su 25: sommati, arriviamo a quota 176. Sulla carta l’operazione è fattibile, ma in realtà gli esponenti delle opposizioni non hanno rilasciato dichiarazione sull’esito degli incontri dei giorni scorsi.
Per ora è abbastanza nutrita la lista di deputati che hanno confermato il loro interesse per il dopo Rota: si tratta degli mp liberali Alexandra Mendes, Greg Fergus, Sean Casey, Stephane Lauzon e Peter Schiefke, del deputato conservatore Chris d’Entremont, della neodemocratica Carol Hughes e della leader del Green Party Elizabeth May.
Il voto sarà a scrutinio segreto. Ogni singolo deputato dovrà compilare una lista dei candidati, andando in ordine di preferenza. Se al primo voto nessun candidato avrà raggiunta la maggioranza assoluta dei voti, dalla lista verrà eliminato il candidato con meno voti e le sue preferenze saranno redistribuite tra gli altri candidati secondo le indicazioni di ogni singola scheda. Insomma, è molto difficile fare previsioni ma è evidente che senza un accordo preventivo delle opposizioni su una determinata candidatura, è destinato a spuntarla un candidato liberale, esattamente come era successo con Rota la scorsa legislatura e nel 2021 dopo elezioni anticipate.
Per il governo l’elezione dello Speaker rappresenta un momento importante per fare il punto sulla tenuta dell’esecutivo in questa difficile fase della legislatura. Ancora non si sono spenti gli echi delle polemiche nate dalla presenza del veterano ucraino Yaroslav Hunka alla Camera durante la visita del presidente Volodymyr Zelensky che di fatto hanno determinato le dimissioni di Rota. Il governo guidato da Trudeau deve poi fare i conti con la crisi abitativa, l’inflazione, i tassi d’interesse alle stelle, tutti problemi che il leader del Partito Conservatore imputa al presunto immobilismo della compagine governativa. E i sondaggi degli ultimi mesi gli danno manforte. Se dovesse davvero riuscire lo sgambetto delle opposizioni, per il governo si tratterebbe dell’ennesimo segnale di debolezza.
More Articles by the Same Author:
- Un canadese su due vuole la linea dura contro i dazi doganali annunciati da Trump
- Si apre il fronte Canada-Messico mentre Trump provoca Trudeau
- “Il Canada potrebbe diventare il 51° Stato americano”: la beffa diventa umiliazione
- Dazi doganali, pressing di Poilievre su Justin Trudeau
- Trudeau in Florida da Trump. “Dazi doganali inevitabili”