Ontario

St. George, familiari sul piede di guerra

TORONTO – Sono sul piede di guerra i familiari dei residenti del St. George Care Community che organizzano a tamburo battente manifestazioni davanti alla casa di cura per chiedere cure adeguate e protezione per i propri cari.

Ieri, ancora una volta, un nutrito gruppo di persone si è dato appuntamento davanti alla struttura che è stata dilaniata dal Covid-19: 156 dei 238 residenti sono risultati positivi al virus, un numero superiore a quello di qualsiasi altra casa di cura a lunga degenza nella provincia durante la seconda ondata della pandemia. Quattordici residenti sono morti e altri 54 rimangono positivi al coronavirus.

Alla manifestazione si è unito anche il leader dell’NDP Jagmeet Singh: «Il governo federale deve essere proattivo quando si tratta di focolai di Covid-19 nelle case, deve prendere in considerazio-ne anche il dispiegamento di aiuti militari se necessario – non possiamo solo reagire quando si verifica un problema, non pos-siamo solo reagire quando c’è un aumento del tasso di infezione, dobbiamo essere proattivi, tutti concordano che il profitto si tra-duce chiaramente in condizioni orribili per gli anziani e non possiamo permettere che continui».

Il governo provinciale ha risposto alla crisi lunedì – quattro giorni dopo le dimissioni del direttore medico della casa nel bel mezzo dell’epidemia – coinvolgendo la University Health Network per gestire temporaneamente la struttura a scopo di lucro.

«Un improvviso calo del numero del personale, causato dai lavoratori che si ammalano per il virus o che non si presentano al lavoro per al-tri motivi, è un segnale che la casa è in difficoltà nel prendersi cura dei residenti – ha detto Amit Arya, medico di cure palliative presso il William Osler Health System specializzato in cure a lunga degenza – è scioccante che pur se pronte a fornire il numero dei casi e dei decessi, le case di cura non siano a›atto trasparenti per quel che ri-guarda il proprio personale».

Gli ospedali dell’Ontario gestiscono attualmente 18 case di cura a lunga degenza con focolai di Covid-19. Ma in molti casi, la provincia non invia i team degli ospedali per assumere la gestione delle LTC fino a quando il virus non si è diffuso in tutta la struttura e il personale è diventato estremamente ridotto con la conseguenza che i residenti non ricevono più neppure un minimo di attenzione.

Tutte le case gestite dagli ospedali tranne tre sono di proprietà di società a scopo di lucro. St. George, nel centro di Toronto, è di proprietà di Sienna Senior Living Inc., uno dei maggiori operatori canadesi di case di cura private a lunga degenza a scopo di lucro. Anche altre due case di Sienna – la Rockcliffe Care Community a Scarborough e la Langstaff Squa-re Care Community a Richmond Hill – sono state affidate alla gestione di ospedali.Intanto è preoccupante la realtà che emerge dai numeri che ogni giorno vengono aggiornati sul sito del governo dell’Ontario: con i decessi degli anziani all’ordine del giorno – quelli delle ultime ventiquattrore riportate sono 23 – mentre il totale è ora di 2.929.

Le case di cura con focolai sono 245, i residenti positivi 1.432, i membri dello sta› infetti 1.236.

Ieri al Tendercare Living Centre, altra casa di cura duramente colpita dal virus durante questa seconda ondata della pandemia, sono iniziate le vaccinazioni per i residenti, i membri del personale e gli operatori sanitari essenziali.

Janine Hopkins, portavoce del North York General Hospital (NYGH) ha detto che dal momento che la casa si trova nel suo bacino di utenza a somministrare il vaccino sono i membri del personale della Scarborough Health Network: «Stiamo facendo enormi progressi per contenere l’epidemia – ha detto Hopkins – non ci sono nuovi casi di Covid nè tra i residenti, nè tra i membri dello staff».

Finora al Tendercare Living Centre a causa del Covid sono morti 73 anziani.

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