Il Commento

Omaggio agli Italiani dalla Sua Altezza Reale

TORONTO – Per legislazione – Assenso reale, 25 ottobre 2010 – Giugno è stato proclamato mese del patrimonio italiano in Ontario. Il preambolo dell’Italian Heritage Month Act 2010, SO 2010, c 17, rappresenta, storicamente, una validazione per tale iniziativa.

In parte si legge: “L’Ontario ospita più di 1.350.000 italocanadesi. Dal 1880, la comunità italocanadese ha dato e continua a dare un contributo significativo alla crescita e alla prosperità della Provincia dell’Ontario”.

Inoltre, si aggiunge che lo scopo della legislazione è quello di “riconoscere l’importante contributo che gli immigrati hanno dato alla costruzione delle comunità dell’Ontario e i risultati economici, politici, sociali e culturali degli italocanadesi in tutta la provincia”.

Questi contributi vengono dimenticati troppo facilmente e ignorati frequentemente. La legge ci ricorda che “l’Italian Heritage Month è un’opportunità per ricordare, celebrare ed educare le generazioni future sulla ricca storia dell’Ontario”. E il ruolo che la nostra comunità ha avuto in esso.

Gli esempi – risalenti a più di 100 anni fa, nel campo dell’arte e dell’architettura – che hanno avuto un impatto sul Canada abbondano, a Toronto e in altri luoghi dell’Ontario, che dovrebbero riempire di orgoglio la comunità e ispirare la sua creatività. Il Console Generale per l’Ontario, Manitoba e Nunavut, Luca Zelioli, ha fatto di quella parte dell’azione del Consolato – e di quella dell’Istituto Italiano di Cultura, guidato da Veronica Manson) – parte della strategia del suo mandato.

La sua leadership a questo riguardo riconosce ciò che il Consolato può/fa fare per stimolare il potenziale sotto utilizzato della comunità. Lo testimonia il recente seminario e l’esposizione dei mosaici costruiti nel soffitto del Royal Ontario Museum da artigiani italiani del Nord Italia, così come il gusto con cui il Dott. Zelioli ha promosso e sponsorizzato mostre d’arte ed esposizioni di manifestazioni del ‘Made in Italy’ come le Frecce Tricolori.

Basti dire che prende a cuore il secondo paragrafo sopra. Gli esempi più recenti della sua “sponsorizzazione” hanno spinto un noto architetto italocanadese con sede a Toronto, Rocco Maragna, B. ARCH, M. ARCH, OAA, MRAIC, a proporre una serie sull’architettura “all’italiana” e l’artigianato italiano nello sviluppo di Toronto [negli ultimi 150 anni]. Il Corriere ha subito accettato la sfida di ricevere, recensire e pubblicare il lavoro che dovesse emergere.

Nel frattempo, a dimostrazione di ciò che lui e il resto dei nostri lettori possono fare, il Corriere pubblica (vedi i nostri siti per le copie integrali della corrispondenza) lo scambio di lettere tra lui e Buckinham Palace, nel 1997, in occasione del 500° anniversario dell’arrivo della Matthew (nella foto in alto, da www.matthewlegacy.ca), capitanata dall’esploratore Giovanni Caboto, allora al servizio del monarca inglese.

La Regina sarebbe dovuta venire in Canada per celebrare la rievocazione dello sbarco a Bonavista, “new founde land”, nel 1497. Il 23 aprile 1997, il signor Maragna scrisse al capo del protocollo, Robert Fellows, chiedendo cortesemente solo se “Sua Maestà nei suoi discorsi […] restituisse all’esploratore il suo nome d’origine, Giovanni Caboto”.  Cinque giorni dopo, il 28 aprile 1997, Robert Fellows rispose dicendo: “Il suo suggerimento è stato attentamente annotato“.

Successivamente, il 24 giugno, davanti al Premier e alle altre autorità presenti per la celebrazione dell’anniversario della scoperta del Canada da parte di Giovanni Caboto, ha dichiarato: “Sono lieta di essere qui a celebrare l’anniversario di un evento storico, il completamento del viaggio di Giovanni Caboto, come era nella sua nativa Italia, in Canada. […] Salutiamo quel coraggioso marinaio e preghiamo affinché, a Dio piacendo, possiamo ereditare parte della sua meravigliosa visione e del suo coraggio.

Due giorni dopo, il signor Maragna scrisse ancora una volta a Robert Fellows, questa volta per esprimere gratitudine e orgoglio di poter alzare il bicchiere per brindare a Sua Altezza durante una cena, il 26. Immaginiamo la sua sorpresa quando il 28 giugno ricevette una lettera dallo stesso signor Fellows in cui riconosce con gratitudine il suo intervento. Tutto questo tramite posta tradizionalmente spedita.

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