Il Commento

Caro Mancio, purtroppo
i tempi non tornano

TORONTO – Forse siamo stati tutti un po’ troppo ingenui, ammettiamolo. Molti tra di noi si sarebbero aspettati un Mancio che prendeva in contropiede, come faceva da giocatore ai tempi della Samp, lui e insieme all’altro gemello del gol Gianluca Vialli. Un Mancio che a 15 giorni dalle dimissioni dalla panchina azzurra avesse finalmente spiegato i motivi del suo addio alla Nazionale italiana e, contemporaneamente, la decisione di accettare la corte di quella saudita. “Sono un professionista – avrebbe potuto dire – ho ricevuto un’offerta irrinunciabile e ho preso la mia decisione, legittima e incontestabile”.

Niente di tutto questo. Nell’ingessatissima conferenza stampa di ieri a Riad, dove “stranamente” le domande più indiscrete sono rimaste nei taccuini dei cronisti, abbiamo assistito a un “one man show”, con tanto di elogi al calcio arabo, alla nuova lega ricca di stelle, ai giovani sauditi future promesse del calcio mondiale. Senza tralasciare – sempre nelle parole di Mancini – i valori veri che devono essere difesi come il “lavoro duro”, “l’impegno”, “il sacrificio”. Tutto molto bello.

Nella ricostruzione fornita dal Mancio, tuttavia, i tempi non tornano: nella narrazione degli eventi si inciampa in una tempistica incongruente e contraddittoria, che conferma le maliziose impressioni di tanti tifosi che non hanno accettato e non accettano la versione dei fatti offerta dall’ex tecnico azzurro.

Roberto Mancini si dimette dalla nazionale il 12 agosto, con una email Pec inviata al presidente Gabriele Gravina nella quale comunica le sue dimissioni. L’addio viene reso pubblico il 13 agosto. Ora, stando a quanto dichiarato ieri dallo stesso Mancini, i contatti con la Federazione araba sono “iniziati a metà agosto”. Il 14, il 15, il 16? Chissà… Sempre ieri l’ex ct azzurro, nel suo discorso, ha sottolineato come il suo nuovo lavoro sia già iniziato da un po’ di tempo.

“Abbiamo tempo a sufficienza per fare tutto. Abbiamo iniziato 10 giorni fa a lavorare sui giocatori: già conoscevamo la squadra perché l’avevamo vista anche durante il Mondiale, sappiamo che ci sono diversi elementi interessanti”.

Dieci giorni fa, cioè il 18 agosto. Il che implica che il 18 il Mancio avesse già blindato l’accordo con gli arabi. Oppure ha iniziato a lavorare pro bono, senza compenso e senza accordi? Nel giro di cinque giorni, quindi, si è dimesso dalla nazionale italiana, è stato contattato dagli arabi, ci ha pensato, ha accettato l’incarico, si è messo a lavorare sui filmati dei suoi futuri giocatori: una tempistica davvero difficile da immaginare.

Stando a quanto riportato da Carlo Bonini di Repubblica, il primo contatto risalirebbe alla fine di giugno, attraverso l’agente Ramadani. E il contratto record – il Mancio diventa l’allenatore più pagato al mondo, scavalcando Simeone e Guardiola – sarebbe stato curato dalla moglie avvocato, Silvia Fortini.

Non ci resta che augurare tutto il bene del mondo al nostro caro ex Ct, che forse guiderà la prestigiosa compagine araba verso inimmaginabili trionfi, gloria e trofei. Sicuramente lui la sua personale Coppa del Mondo – a tanti zeri – l’ha già vinta, però a quale prezzo…

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