Come regola generale, la grafica pubblicitaria dovrebbe tentare di rendere in qualche modo “attraente” il prodotto pubblicizzato per incoraggiarne la vendita. È pertanto controintuitiva la campagna di Burger King – la “anti-McDonald’s” – apparsa da poco negli Stati Uniti, incentrata sull’immagine di un hamburger ammuffito e francamente disgustoso da vedere.

Lo scopo della campagna basata sul panino “verdastro” dovrebbe essere quello di sottolineare quanto la pietanza sia “naturale” e non contenga conservanti artificiali. Il payoff che appare in fondo all’immagine qui sopra celebra infatti “la bellezza” della mancanza di conservanti… Non è però un’idea che fa venire l’acquolina in bocca. È anche possibile che, avendo dovuto recentemente togliere il suo “Impossible Burger” vegetariano dai menu americani per le scarse vendite, l’azienda ha sentito la pressante necessità di rafforzare le sue credenziali di “naturalezza”.

La realizzazione è di una delle più blasonate agenzie americane, la Ogilvy, e non si può mettere in dubbio la brutale “efficacia” del messaggio, qualunque esso sia. Analisti vicini al progetto sostengono, almeno per ora, che si tratti di un grande successo in termini di commento pubblico, “anche se non mira a rafforzare le vendite a breve”… Citano il successo su Facebook del video time-lapse dove il 39% dei visitatori segue fino alla fine la visione del disfacimento dell’hamburger compressa in 45 secondi.

Uno scopo non secondario sarebbe quello di riposizionare l’immagine del marchio Burger King per renderlo “a prova di futuro” davanti alle emergenti percezioni negative riguardo al fast food dei consumatori – una sorta di “strappiamoci questo dente prima che faccia veramente male”. Comunque sia, qualcuno ha corso un enorme rischio professionale e bisogna almeno ammirare tanto coraggio.

Nota Diplomatica esce settimanalmente con la collaborazione di Intesa SanPaolo

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