Canada

Nodo dazi doganali: scontro sul reale impatto in Canada, Ford da Carney

TORONTO – Qual è il reale impatto dei dazi doganali sull’economia canadese? È questa la domanda alla quale stanno cercando di dare una risposta certa economisti e analisti e fino a questo momento tra gli esperti non è stato raggiunto un consenso assoluto. Ad alimentare l’incertezza è arrivato un rapporto Oxford Economics Group Ltd, che di fatto minimizza la reale portata delle tensioni con gli Stati Uniti e che indica le tariffe americane reali al 2,5 per cento.

Ma come è possibile che i dazi imposti da Trump, pari al 35 per cento su tutti i prodotti esclusi dal trattato Cusma, abbiamo un impatto così basso. Secondo lo studio presentato ieri, l’accordo di libero scambio tra Canada, Stati Uniti e Messico fa da ombrello protettivo al 95 per cento della merce che quotidianamente viene importata dagli States e che proviene dal nostro Paese. Di conseguenza, la sovrattassa del 35 per cento si applica solamente sul restante 5 per cento dei prodotti che non rientrano nel Cusma.

Eppure, non esiste un consenso su queste cifre. La scorsa settimana il primo ministro Mark Carney, in due occasioni, ha quantificato nell’85 per cento i prodotti che rientrano nell’accordo di libero scambio sorto sulle ceneri del Nafta, che quindi entrano nel mercato statunitense senza dover subire il balzello delle tariffe imposte dalla Casa Bianca. Cifre, queste, che non hanno del tutto convinto gli economisti.

Per avere un quadro oggettivo della situazione, alcuni analisti sono andati a spulciare i dati forniti direttamente dall’amministrazione americana.

Ebbene, secondo loU.S. Census Bureau, solamente il 56 per cento dei prodotti canadesi che entrano nel mercato statunitense sono protetti in qualche modo dal Cusma, così come il 47 per cento delle importazioni Usa dal Messico. Ma si tratta di valori abbastanza ballerini, visto che nelle sue previsioni lo stesso Census Bureau afferma che la quota delle merci protette dal Cusma provenienti dal Canada salirà al 91 per cento, mentre quelle messicane si attesteranno all’84 per cento.

Per avere un’analisi più completa bisogna attendere i dati definitivi su base trimestrale delle esportazioni e delle importazioni, mentre al momento siamo solamente nel campo delle stime e degli arrotondamenti, che per definizione non possono essere esaustive. Fatto sta che la forbice nelle valutazioni è davvero ampia. A dire il vero fino a questo momento non si sono avverate le previsioni catastrofiche fatte da alcuni economisti all’inizio dell’anno, che prevedevano una forte recessione in Canada nel caso in cui l’amministrazione americana avesse deciso di imporre dazi doganali sui prodotti canadesi.

In ogni caso il senso di emergenza continua ad essere condiviso in modo bipartisan nell’intera classe politica canadese.

Il premier dell’Ontario Doug Ford ha confermato che lunedì prossimo sarà a Ottawa per un incontro con il primo ministro Carney.

Il leader del Progressive Conservative ha già annunciato che chiederà ufficialmente al leader liberale di rivede la propria politica fiscale, adottando magari il taglio delle tasse per permettere all’economia canadese di reggere meglio l’urto della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Tra le proposte sul tavolo, anche quello del taglio delle tasse per l’acquisto delle case.

In alto, il premier dell’Ontario Doug Ford (foto: X – Ford) 

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