Canada

Auto cinesi, Ford a muso duro contro il Messico

TORONTO – Gli equilibri dell’accordo di libero cambio in Nord America sono messi in pericolo dal Messico. A lanciare l’accusa, pesantissima, è stato ieri Doug Ford, che in un comunicato stampa ha messo in guardia dai pericoli derivati dalla mancanza di allineamento tra Canada, Usa e Messico sui dazi doganali da applicare alle auto elettriche cinesi e alla annessa componentistica. Ottawa e Washington, infatti, negli ultimi mesi hanno attivato una tariffa doganale del 100 per cento – a partire dallo scorso primo ottobre – sulle vetture elettriche importante dalla Cina, una mossa questa che non ha invece trovato riscontri in Messico.

Partendo da questo assunto, il premier dell’Ontario ha lanciato l’allarme. “Il libero scambio ha sottolineato Ford – deve essere equo. Da quando ha firmato l’accordo con Stati Uniti e Canada, il Messico si è permesso di diventare una porta di servizio per le auto, i ricambi auto e altri prodotti cinesi nei mercati canadesi e americani, mettendo a rischio i mezzi di sussistenza dei lavoratori canadesi e americani, minando le nostre comunità e arrecando enormi danni al nostro successo economico condiviso”.

“Se il Messico non combatterà il trasbordo ha aggiunto il premier dell’Ontario – come minimo, allineandosi ai dazi canadesi e americane sulle importazioni cinesi, non dovrebbe avere un posto al tavolo o godere dell’accesso alla più grande economia del mondo. Invece, dobbiamo dare priorità alla partnership economica più stretta sulla terra, negoziando direttamente un accordo bilaterale di libero scambio tra Stati Uniti e Canada che metta al primo posto i lavoratori statunitensi e canadesi”.

Il tema ovviamente è caldissimo. In primo luogo bisogna ricordare che l’accordo USMCA (Canada-United States-Mexico Agreement), che ha sostituito il Nafta proprio durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, dovrà essere ridiscusso nel 2026.

Oltre a questo, al vittoria alle elezioni presidenziali del tycoon di New York ha rimesso la questione dei dazi doganali al centro del dibattito politico. Il presidente eletto ha fatto capire che è sua ferma intenzione rimettere le mani all’accordo di libero scambio nordamericano, mentre non ha escluso l’attivazione di nuovi dazi che possano addirittura colpire anche i due partner dell’ USMCA.

Le strategie della Cina per la penetrazione dei mercati occidentali hanno suscitato preoccupazione anche a Flavio Volpe, presidente dell’Automotive Parts Manufacturers’ Association (APMA). “Il premier – ha confermato al Corriere Canadese – sta colpendo una nota che sta facendo il giro di Washington da un po’ di tempo. I cinesi sono implacabili nelle loro strategie per accedere al mercato nordamericano e tutti i partner hanno una parte della responsabilità di proteggerlo”.

“I fornitori canadesi hanno investito molto in Messico per servire le case automobilistiche dove costruiscono automobili. Da un po’ di tempo lavoriamo a stretto contatto con i funzionari messicani come investitori locali per affrontare questo problema a nostro vantaggio collettivo”.

Ora la palla passa al governo federale, che dovrà in qualche modo affrontare la questione con la controparte messicana, anche alla luce degli esiti del voto negli Stati Uniti. Ieri, durante una conferenza stampa insieme alla premier del New Brunswick Susan Holt, il primo ministro Justin Trudeau ha detto che ci sono stati “vari gradi di preoccupazione” per la sovra produzione cinese e le pratiche commerciali sleali, e ha suggerito che la “cooperazione continua è il modo migliore per affrontarla”.

“Continueremo a lavorare con partner come gli Stati Uniti e, si spera, anche il Messico, per assicurarci di essere uniti nel nostro desiderio di proteggere i buoni posti di lavoro”, così come le preoccupazioni ambientali e lavorative.

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