Mondo

Prigioni sovraffollate:
una epidemia mondiale

TORONTO – Chiunque venga condannato per un crimine ed incarcerato, potrebbe ritrovarsi in alcune delle peggiori prigioni più sovraffollate del mondo.

Secondo il World Prison Brief, Institute for Crime & Justice Policy Research (WPB), gli Stati Uniti sono leader mondiali per numero di detenuti. Con 639 prigionieri ogni 100.000 abitanti, gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di incarcerazione al mondo.

La scorsa settimana, CNMNG e Corriere Canadese hanno pubblicato un articolo intitolato “Carceri sovraffollate in Europa” di Marzio Pelù (potete rileggerlo qui: Carceri sovraffollate in Europa: solo la Turchia peggio dell’Italia). Metteva in evidenza le prigioni più densamente popolate del continente europeo. Nel 2020, la Turchia aveva le prigioni più sovraffollate d’Europa, con un tasso di 357 prigionieri ogni 100.000 abitanti.

Consideriamo ora un quadro più ampio. Gli Stati Uniti hanno un alto tasso di incarcerazione rispetto ad altri Paesi, quasi il doppio di quello della Turchia. A seconda dell’origine dei dati utilizzata, tali tassi possono variare. Il WPB, che aggiorna i dati mensilmente, mette a confronto gli ultimi tassi di incarcerazione in oltre 180 Paesi, una selezione dei quali sono inclusi nel grafico 1 (in alto).

In Canada, il tasso di incarcerazione ogni 100.000 abitanti è di 107 detenuti. È un tasso leggermente migliore rispetto ad altri Paesi come il Regno Unito con 114 detenuti, il Messico con 158 e le Filippine con 200.

L’Italia ha 90 detenuti ogni 100.000 abitanti ed il suo tasso è leggermente migliore rispetto ad alcuni altri Paesi europei, ma non di molto.

Questi alti tassi di detenzione presentano il quadro di una vera e propria epidemia. Ciò suscita un dibattito sulle questioni dei diritti civili, sulla necessità di riformare il sistema di giustizia penale e sulle questioni di criminalità. Tali questioni confluiscono in altre, che – a loro volta – formano un dibattito pubblico. Uno di questi è se il crimine giustifichi la punizione.

Un altro punto è se i sistemi carcerari sovraffollati aumentino i rischi per la salute e i problemi di salute mentale per i detenuti, potenzialmente esacerbando la questione. In diversi casi, i tassi di occupazione delle carceri superano la capacità del 100%. Le carceri del Regno Unito, del Canada e dell’Italia sono al di là della piena capacità. In più di cento Paesi, i sistemi carcerari funzionano ben oltre il doppio della loro capacità (grafico 2, qui sotto).

Alcuni Paesi potrebbero non avere abbastanza prigioni per accogliere una crescente popolazione di detenuti. Inoltre, molte di queste istituzioni hanno strutture obsolete che inibiscono la loro capacità di adattarsi efficacemente ai mutevoli obiettivi del sistema giudiziario.

Ad esempio, le Filippine hanno uno dei più alti tassi di occupazione carceraria al mondo – 463,6%. L’alto tasso di detenzione del Paese è in parte spiegato dalla campagna antidroga voluta dal governo del presidente Rodrigo Duterte. Da quando si è insediato, nel 2016, centinaia di migliaia di persone sono state incarcerate. In conclusione, “non commettere crimini, se non vuoi scontare la condanna in carcere”. Non è l’unico luogo in cui prevale questa visione. Sembra una comoda posizione predefinita.

Secondo Human Rights Watch, dall’inizio della pandemia, gli arresti e la detenzione temporanea di migliaia di cittadini che violano le normative Covid-19 e il coprifuoco hanno aggravato i problemi associati a un sistema penitenziario già sovraffollato.

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