Canada

Mascherine, si alza
il pressing su Doug Ford

TORONTO – Tutti contro uno. Potrebbe essere descritta così la situazione in Ontario, provincia che si trova nel bel mezzo della sesta ondata di Covid-19. Ai virologi ed epidemiologi ieri si sono uniti i membri dell’opposizione nell’esortare il governo Ford a reintrodurre l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi pubblici comprese le scuole. Finora, nonostante i contagi in crescita esponenziale – ieri i ricoveri sono stati 1.126, i decessi 16 facendo registrare un aumento di oltre il 40% rispetto alla scorsa settimana – la provincia ha risposto picche.

“Con il conteggio dei casi Covid ora alle stelle, gli abitanti dell’Ontario meritano l’applicazione della scienza, non il silenzio dal loro governo provinciale. I conservatori di Doug Ford devono smetterla di imbavagliare il Chief Medical Officer of Health e ripristinare le sue regolari conferenze stampa che si sono concluse più di un mese fa – ha tuonato il leader liberale Steven Del Duca – i conservatori stanno ancora pianificando di porre fine all’obbligo delle mascherine nelle case di cura a lunga degenza e negli ospedali il 27 aprile e questo è un grosso errore”.

A puntare il dito contro Kieran Moore che si è eclissato da oltre un mese sono in molti ma Ford difende a spada tratta il medico numero uno della provincia nonostante questo non faccia più gli aggiornamenti settimanali sulla situazione, sui vaccini, sulla quarta dose che proprio due giorni fa è stata messa a disposizione degli over 60. Moore tace mentre, secondo il direttore del Science Advisory Table Peter Juni, l’Ontario sta probabilmente registrando ogni giorno oltre 100mila infezioni. “Sulla base della nostra analisi delle acque reflue abbiamo raggiunto il picco dell’inizio di gennaio – ha affermato – questo sostanzialmente significa che circa il cinque per cento della popolazione dell’Ontario in questo momento ha un’infezione attiva”.

Dati, questi, che non fanno cambiare idea alla ministra della Salute Christine Elliott secondo la quale la provincia “sta proseguendo il cammino nel modo previsto” per cui “con tutta probabilità non verrà imposta alcuna restrizione di salute pubblica”. E l’opinione di Juni, ha detto Elliott, “è solo una tra tante altre”.

Tra il direttore del Tavolo Tecnico Scientifico della provincia e Ford, del resto, è ormai guerra aperta. Mentre il premier afferma che l’Ontario può tranquillamente aumentare fino a 3000 i posti letto in terapia intensiva se necessario, Juni ribatte che non sarebbe possibile farlo per mancanza di personale.

Intanto, oltre a Del Duca, anche la leader dell’NDP Andrea Horwath e quello del Green Party Mike Mike Schreiner sparano sul governo Ford e chiedono a gran voce la reintroduzione obbligatoria delle mascherine.

“Gli operatori sanitari sono esausti e vengono infettati dal Covid ad un ritmo allarmante. E ogni letto occupato da un paziente di Covid causa un altro ritardo per qualcuno che aspetta un intervento chirurgico – ha detto Horwath – è chiaro che Doug Ford ha abbandonato le mascherine troppo presto e tutti ne stiamo pagando il prezzo a partire dalle persone in attesa di essere operate”.

A lanciare accuse roventi è anche il dottor Michael Warner, direttore medico del reparto di terapia intensiva del Michael Garron Hospital di Toronto che ha accusato il governo di “fingere” che la sesta ondata non esista. “Il Chief Medical Officer of Health della provincia non si trova da nessuna parte, penso quindi che la persona media del pubblico non sappia davvero cosa fare – ha detto Warner in un videomessaggio postato sui social media – non ci sono dati reali diversi dalle acque reflue che stanno chiaramente indicando un aumento del virus. Ma non viene fatto nulla”.

Sono numerosi invece i sindaci che preferiscono al momento non prendere posizione o meglio lasciare al governo la responsabilità di reimporre le mascherine. “Spetta alla provincia prendere questa decisione”, ha tagliato corto la sindaca di Mississauga Bonnie Crombie.

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