Il Commento

ll fulcro del Sud:
l’ombelico del Mezzogiorno

TORONTO – Dal punto di vista geografico e storico si tratta di uno sviluppo quasi naturale di una storia che conferisce a Monteleone la fama di luogo di incontro di popoli (razze), civiltà, culture dotandole di immense potenzialità.

Dispensate le delicatezze diplomatiche di come il sindaco Giovanni Campese, il presidente del Consiglio Comunale, Pasquale Rigillo, e una piccola delegazione di familiari, il presidente Luigi Nunno del Circolo Culturale Monteleone ha ceduto alle spiegazioni vorticose attorno al significato della sua, anche la mia, città natale, e lo “scopo” della visita.

Monteleone, provincia di Foggia (oggi), paese situato a 847 metri (2.795 piedi) sul livello del mare, è la vetta abitata più alta della regione Puglia. È quasi equidistante, in linea d’aria, dal Mar Adriatico e dal Mar Tirreno. Per secoli, se non millenni, l’area ha ospitato popoli in viaggio come migranti, eserciti e invasori provenienti dal Mediterraneo orientale, dall’Italia peninsulare e dal Nord Europa. Sembrava un luogo naturale per greci, indigeni sanniti, “latini”, celti, longobardi, franchi, arabi, normanni, svevi, africani, arabi, spagnoli e francesi per tentare di colonizzare.

Le storie e il significato dei loro sforzi per stabilirsi e prosperare uscivano dalla lingua del sindaco Campese, così come farebbero le favolose storie raccontate al pubblico affascinato e affascinato di bambini entusiasti seduti con attenzione sul pavimento della Biblioteca. La cittadina è davvero un esempio di multiculturalità più riuscita, si potrebbe dire, ha aggiunto Campese. Eppure i suoi “discendenti” negli ultimi due secoli, per ragioni economiche e politiche, sono emigrati per popolare e arricchire altre terre in altri “mondi”.

“Non servirebbe a niente lamentarsi di questo fatto storico. Piuttosto, il nostro Consiglio ha deciso di rigenerare quei “succhi creativi” esibiti dai nostri predecessori e ha celebrato cosa e come la nostra città può contribuire ai più nuovi dei nostri “cugini” – da ogni parte – che cercano una vita migliore: una civiltà basata su un ” civitas’ in cui siamo ben esercitati”, ha enfatizzato Campese, “perché la nostra è una storia di ‘far funzionare’, di ‘trovare soluzioni’ “.

“Abbiamo sottoutilizzato infrastrutture, fisiche e sociali, che dovrebbero servire come progetti di fattibilità, opportunità per punti di destinazione, per ‘studi in loco’, per il turismo e per insediamenti permanenti. Il governo nazionale italiano ha già inserito tali obiettivi nella sua agenda, “stanziato fondi” per la loro realizzazione e lanciato un appello alla partnership… I Monteleonesi in Nord America – proprio qui a Toronto – si sono dimostrati leader di fama nel campo dell’edilizia, della finanza, dell’istruzione, delle arti e delle altre professioni”.

“La spinta innovativa e l’ambizione di cercare soluzioni fanno ancora parte del nostro DNA. Vogliamo che i nostri ex residenti riscoprano se stessi nel loro luogo di origine, condividano la loro esperienza e rigenerino ciò che funziona per le famiglie più giovani che sono rimaste o sono attratte dai successi che la nostra diaspora ha assaporato e diffuso”. Si potrebbero chiedere alcuni esempi… ma non è possibile fermare un vero credente con pazienza.

“Immaginate che la figlia di Martin Luther King venga nella nostra “città lontana” per fondare un autentico centro di studi sull’uguaglianza razziale e sulla pace. Succede a Monteleone. Pensate a quegli studi che si espandono alle questioni delle donne. Riuscite ad immaginare un posto migliore di Monteleone, dove le donne hanno una storia consolidata di ribellione contro l’oppressione e la cattiva amministrazione? Pensate alle nostre ‘Leonesse’ durante l’Inquisizione spagnola o alla loro rivolta contro i signori fascisti nella Seconda Guerra Mondiale. Una nota più positiva è che Monteleone, unico tra i Comuni della nostra regione (provincia), ha istituito centri di “accoglienza ed integrazione” per i nuovi immigrati che si riversano nella nostra penisola. Siamo quello che in Canada chiamate ‘un luogo di successo’. I nostri ‘murales’ adornano gli spazi disabitati, la nostra cucina soddisfa il palato degli intenditori, le nostre feste rafforzano i nostri valori”.

Avrebbe potuto esplorare questi temi più a lungo, ma gli ho chiesto di riflettere brevemente sul passato normanno di Monteleone e sul suo rapporto con il sistema parlamentare canadese. Si scopre che il più antico precursore accertato di quel sistema parlamentare non fu l’incontro normanno/angioino a Runnymede (Inghilterra) tra il re Giovanni e i suoi baroni. Si trattava di una tradizione secolare del parlamento (tribunali d’assise alla ricerca di soluzioni) che gli storici europei hanno fatto risalire a Ruggero II, nel 1042 d.C., a Monteleone, allora centro di controllo normanno.

Questo sicuramente potrebbe essere uno slancio per un corso di studi che riunisca le persone. Il sindaco Campese sarà ospite dei Monteleonesi di Toronto, sabato sera al Montecassino Place sul Chesswood Dr.

Nella foto in alto, da sinistra: la delegazione monteleonese formata da Alfonso Sacco, Pasquale Rigillo, Olimpia Guerriero, Leonardo Campese, Giovanni Campese e Luigi Nunno, con il direttore del Corriere Francesco Veronesi, la vicedirettrice Mariella Policheni e l’editore Joe Volpe; qui sotto, il video “Monteleone di Puglia: il paese dell’Accoglienza”  

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