Canada

Corsa dei tassi forse al capolinea,
ma preoccupa la spesa pubblica

TORONTO – Il peggio è passato, la tempesta è ormai alle spalle. Il progressivo aumento dei tassi d’interesse voluto da Bank of Canada per limitare la sfrenata corsa dell’inflazione dovrebbe essere messo da parte definitivamente, in attesa di una stabilizzazione del costo della vita, per poi passare a un graduale ribasso dei tassi lungo il 2024 e il 2025. È questo lo scenario delineato dal governatore della Banca Centrale Tiff Macklem, a ventiquattrore dalla decisione di mantenere invariato il tasso di sconto per il secondo mese consecutivo. Non si tratta di una smentita della politica monetaria di Bank of Canada dell’ultimo anno e mezzo, ma dell’attuazione della seconda parte del piano, una boccata di ossigeno per i risparmiatori dopo il giro di vite che ha portato i tassi d’interesse al 5 per cento, record degli ultimi 22 anni.

Il governatore ha sottolineato come la parola d’ordine rimanga quella della prudenza, anche perché l’instabilità mondiale provocata dal conflitto in Ucraina potrebbe subire una nuova accelerata per la drammatica situazione in Medioriente. In ogni caso Macklem ha ribadito che la Banca del Canada potrebbe non dover aumentare ulteriormente il suo tasso overnight di riferimento se l’inflazione si raffredderà in linea con le aspettative della banca centrale.

“L’economia non è più surriscaldata e pensiamo che ci sia un ulteriore rallentamento dall’inflazione in cantiere e, se ciò dovesse avvenire, non dovremo aumentare ulteriormente i tassi”.

Bank of Canada ha aumentato i tassi per ben dieci volte tra marzo 2022 e questo luglio, con un’inflazione che ha raggiunto un picco di oltre l’8% l’anno scorso. La maggior parte degli analisti non si aspetta un altro aumento dei tassi in questo ciclo e i mercati monetari vedono solo il 14% di possibilità che ne avvenga uno quando la BoC farà il suo prossimo annuncio politico il 6 dicembre.

Un sondaggio Reuters tra gli economisti pubblicato venerdì ha mostrato che la maggioranza non vede i tassi salire, ma li vede rimanere al livello attuale per almeno sei mesi.

Macklem ha aggiunto che la Banca Centrale cercherà “prove chiare” che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo del 2% della banca prima di tagliare i tassi di interesse.

“Se riusciamo a far scendere l’inflazione, i tassi di interesse possono scendere da dove sono. Probabilmente non torneranno al punto in cui erano prima del COVID”, ha però avvertito Macklem. In questo contesto però spunta un’altra preoccupazione su un tema che potrebbe avere un peso sulle future dinamiche monetarie del nostro Paese, quello della spesa pubblica. Il governatore di Bank of Canada, infatti, ha ribadito che i piani di spesa già messi in cantiere dal governo federale potrebbero avere un impatto sul costo della vita.

Citando l’ultima previsione della Banca del Canada, Macklem ha affermato che, sulla base degli attuali piani di spesa nei bilanci di tutti i governi federali e provinciali, la spesa fiscale dovrebbe crescere a un tasso del 2,5% l’anno prossimo: “Ciò significa che se tutti questi piani di spesa vengono realizzati, la spesa pubblica aumenterà la domanda più di quanto l’offerta cresca”.

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